Un anno. Tanto è passato dalla scomparsa di Elena Ceste, la donna di Motta sparita dalla sua casa il 24 gennaio scorso e il cui corpo senza vita è stato trovato a ottobre in un rio non distante dalla villetta di via San Pancrazio. Un anno fatto prima di ricerche, di segnalazioni, di accertamenti scientifici sui telefoni e suoi computer della casalinga, poi, dopo la macabra scoperta, di rilievi, di ipotesi e di esami autoptici. Un mistero che, a 12 mesi di distanza, pare ancora inestricabile; i test del medico legale non sono bastati a fare luce sulle cause della morte, con probabilità per soffocamento. Ma, se di delitto si è trattato, il colpevole non è ancora stato scoperto. Unico iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere risulta essere il marito di Elena, Michele Buoninconti, vigile del fuoco, padre dei loro quattro figli. Proprio l’uomo starebbe organizzando i funerali della moglie che si svolgeranno a Govone e non a Costigliole. La data, infatti, non è ancora stata fissata; si attende che la Procura rilasci il nulla osta per la sepoltura che avverrà al termine di una cerimonia privata, come hanno richiesto i genitori della donna. Proprio in occasione di questo triste anniversario Michele parla: “Vorrei solo poterla seppellire – dichiara a un giornalista di Repubblica -. Mi sembra giusto, anche per i miei figli, avere un posto dove poter lasciare un fiore. Eravamo una famiglia perfetta, non ci mancava nulla”. Poi racconta di aver cercato la moglie anche nel punto del Rio Mersa dove è stata ritrovata dieci mesi dopo la scomparsa, senza però vederla. Intanto, nei giorni scorsi i carabinieri hanno rintracciato Gandalf, il cane di famiglia dei Buoninconti. Lo Springer Spagnel era stato con i figli di Elena dalla fine del 2013 a marzo del 2014 quando Michele lo aveva restituito al precedente proprietario, suscitando un mare di domande.