Si è riunito questa mattina il tavolo indetto dall’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero, sulla crisi del Mercatone Uno, in previsione del tavolo nazionale che convocato per il prossimo 12 marzo presso il ministero dello Sviluppo economico. Due gli elementi rilevanti emersi nel corso dell’incontro, cui hanno preso parte i rappresentanti dall’azienda, i sindacati e i sindaci delle città dei 12 punti vendita del gruppo presenti sul territorio piemontese, per un totale di 389 addetti. Il primo riguarda il fatto che alla scadenza del 28 febbraio sono state due le società che hanno manifestato interesse alla procedura di cessione avviata da Mercatone Uno nell’ambito del concordato preventivo. Il secondo la comunicazione che l’azienda sta continuando la sua attività, requisito fondamentale, ha sottolineato l’assessore, perché il gruppo mantenga il suo peso sul mercato. Il sindacato, oltre a sollecitare una soluzione per i 21 lavoratori in cassa integrazione a zero ore del Tre Stelle di Beinasco, investito da una procedura di autofallimento, hanno ricordato come in questi anni i dipendenti del gruppo abbiano manifestato professionalità, solidarietà e attaccamento al lavoro, che dovrà essere tenuto in debito conto dall’azienda nell’ambito del nuovo piano industriale, che si auspica non porti ad alcun esubero e che venga gestito senza discrezionalità. Gli amministratori locali, preoccupati per le possibili ricadute occupazionali della crisi sui rispettivi territori, hanno assicurato la massima collaborazione e la messa a disposizione di tutti gli strumenti disponibili per salvare tutti i punti vendita. Dal canto suo, Pentenero ha concluso dichiarando che i punti toccati verranno portati dalla Regione al tavolo nazionale e ha garantito che, nel caso si rendesse necessario, l’assessorato metterà in campo ogni competenza possibile, in termini di ricollocazione e di politiche attive, nonché, eventualmente, di attività di formazione per il personale assunto. “Naturalmente – ha concluso l’assessore – ci auguriamo che non ci sia il bisogno di ricorrere a queste soluzioni e soprattutto speriamo in una definizione positiva della vicenda, perché non vogliamo perdere in termini economici e occupazionali il valore che Mercatone Uno riveste oggi nella nostra regione”.