Lavorare in modo integrato e multi specialistico costituisce un passaggio decisivo per l’appropriatezza della cura e l’osservazione delle migliori pratiche. E’ un lavoro a 360°, come ha provato a raccontare il Convegno dell’Associazione Missione Autismo (Ama) che si è svolto sabato scorso al Polo Universitario astese. E’ stata l’occasione per presentare i risultati dei progetti “Autismo: 360°” e “Insieme e meglio” che l’associazione locale sta realizzando per migliorare la qualità di vita di molti minori e le loro famiglie. L’autismo è un disturbo multifattoriale e multisistemico che richiede un’attenzione particolare al soggetto nella sua condizione di salute e nel suo funzionamento. “Con “360°” e “Insieme è meglio”, si è voluto porre al centro la persona, e sostenere la sua crescita e la sua inclusione. “I soggetti affetti da autismo, soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza, spiega Paola Bombaci presidente di A.M.A., incontrano nel loro percorso diversi professionisti che li seguono a scuola, nei centri di aggregazione, nei centri riabilitativi, nei reparti di neuropsichiatria infantile. Tante persone che lavorano con serietà, ma sovente poco coordinate. La sfida continua a essere quelle di farle dialogare per costruire insieme un progetto per la vita, perchè, come è stato ricordato, si tratta di un disturbo che cambia in persone che cambiano”. Hanno portato un loro contributo Carlo Muzio, neuropsichiatra infantile, Alice Conforti educatrice della Cooperativa Momo di Cuneo, Cristina Carniel animatrice di Vedogiovane di Asti, Alessio Bertoli attore e formatore teatrale. Il Convegno, con il patrocinio della Città di Asti, di Uni-Astiss e dell’Ufficio scolastico regionale si è svolto con il contributo del Rotary Club Distretto 2032 e del Rotary Asti Canelli e Nizza, della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e il sostegno del Centro Servizi del Volontariato di Asti e Alessandria.