La tre giorni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie (RSU) nel comportato Sanità di Asti, tenutasi il 3/4/5 marzo, si è tinta di rosso, bianco… e verde. Nessun nazionalismo, solo i colori delle sigle CGIL (rosso e bianco) e Nursind (verde), regine incontrastate della tornata elettorale. Su un totale di 1140 schede scrutinate nei seggi allestiti al Cardinal Massaia di Asti, il Santo Spirito di Nizza, il Don Bosco e il seggio volante (1084 valide, sei bianche e 50 nulle), la FP CGIL ha raccolto 323 preferenze, dodici in più rispetto al Nursind. Più distaccate troviamo la UIL FPL, che si è fermata a 204 voti, seguita da CISL (121), Nursing Up (69) e FSI (56). I voti si traducono in 8 seggi (7 assegnati più uno attribuito) rispettivamente per CGIL e Nursind, cinque alla Uil, tre alla CISL, due al Nursing Up e uno alla Federazione Sindacati Indipendenti. Di seguito vi proponiamo il confronto tra Gabriele Montana (Nursind) e Davide Ieradi (CGIL) sui nodi fondamentali della sanità astigiana. CGIL e Nursind primi sindacati alle RSU. Vi aspettavate questo risultato? IERADI : C’è sempre un margine d’incertezza quando si tratta di portare le persone, i lavoratori a votare, diciamo che speravamo venisse premiato il nostro impegno nello scorso mandato ed i numeri ci hanno dato ragione. Il Nursind ha caratteristiche diverse essendo un sindacato più corporativo. MONTANA : ù che aspettarmi il risultato, sono sincero nel dire che ci speravo per le energie e l’impegno che io e gli altri delegati abbiamo dedicato in questi tre anni di mandato (cioè dalle precedenti RSU che hanno reso NURSIND rappresentativo) al miglioramento delle condizioni di lavoro e della professione in generale, sempre disponibili ad ascoltare e aiutare anche legalmente i colleghi in difficoltà nelle loro realtà lavorative. Qual è stata l’argomentazione più convincente che ha spinto il personale sanitario a votarvi? IERADI : Sicuramente l’impegno dimostrato nell’affrontare i problemi di riorganizzazione dell’Asl AT MONTANA : Questa domanda dovreste porla agli elettori, la scelta è sempre soggettiva. Io posso solo dire che noi ci siamo adoperati su tutti i fronti possibili nell’interesse dei colleghi: dalla formazione organizzando corsi, alla tutela legale, assicurativa e fiscale, fino a scontri talvolta anche accesi con le aziende al tavolo delle trattative. Sicuramente uno dei nostri punti forza è sempre stata la trasparenza e il vivere in prima persona le realtà lavorative quotidiane dell’infermiere. Blocco del turn over e carenza di personale: quali provvedimenti proporrete a difesa della sanità astigiana? IERADI : La priorità rimane l’assunzione dato che siamo ormai sotto le soglie atte a garantire la salute dei cittadini, il personale nei reparti lavora in situazione di grave carenza. È necessaria anche una riorganizzazione dell’ospedale verso il modello per intensità di cure ed una valorizzazione sul territorio del ruolo infermieristico MONTANA : Questo argomento è stato affrontato più volte nell’ultimo anno. Se, come dicono, la Regione stanzierà soldi per assumere circa 600 nuove risorse in tutto il Piemonte, auspichiamo che una parte venga destinata al nostro ospedale, assumendo infermieri, ostetriche e figure di supporto visto che la carenza è ingente (si stima la necessità di almeno 60 risorse). Dopo la riforma delle reta ospedaliera regionale, l’Ospedale di Asti ne esce depotenziato? IERADI : Sì, ma non solo l’ospedale, tutta la sanità Astigiana, perché l’ospedale è una parte importante che però non può reggersi da sola e la Regione ad oggi non è stata in grado di presentarci un piano che qualifichi l’Astigiano e garantisca almeno i servizi che ha garantito fin ora, grazie all’impegno degli operatori. MONTANA: Ad oggi non abbiamo assistito a tagli o chiusure di reparti ma resta il timore che possano diminuire soprattutto le prestazioni dei servizi di Diabetologia e Dietologia in quanto la nuova riforma regionale prevede la loro trasformazione da SOC (strutture organizzative complesse) a SOS (strutture organizzative semplici). Quali sono le spese da razionalizzare per ridurre gli sprechi nella Sanità? IERADI : Non si può più parlare di sprechi perché quando si dice che la spesa farmaceutica va tenuta sotto controllo, e poi si analizzano i dati, si scopre che la spesa farmaceutica che fa sforare i tetti di spesa delle Asl è data da farmaci oncologici o da quelli che servono a tenere in vita i pazienti in attesa di trapianto ed è vergognoso parlare di sprechi. MONTANA: c’è da razionalizzare, sicuramente è da farsi nell’acquisto di attrezzature, beni materiali e farmaci, non nel personale sanitario perché a rimetterci sarebbe soltanto l’utenza. Nel corso degli anni soldi sprechi ce ne sono stati, e quando è stato il momento di tagliare per rientrare nei costi, i tagli sono sempre stati effettuati a danno del personale sanitario con conseguente inevitabile disagio dell’utenza: Nursind grida a gran voce “Basta” a tutto ciò, è ora di cambiare rotta e ci impegneremo in prima linea per questo. Fabio Ruffinengo