La Federazione Italiana Suore di San Giuseppe, i Giuseppini di san Giuseppe Marello, i Giuseppini di san Leonardo Murialdo, hanno organizzato insieme il terzo simposio nazionale su San Giuseppe, santo a cui le loro rispettive congregazioni si intitolano e al quale ispirano la loro spiritualità e il loro apostolato.
Il simposio si terrà nei giorni 1 e 2 maggio, in due luoghi diversi, Asti e Torino, per offrire a più gente possibile di potervi partecipare.
Nel pomeriggio dell’1 maggio i lavori del simposio saranno ospitati presso la casa dei Giuseppini di san Giuseppe Marello in Asti. Dopo i saluti espressi dalle autorità presenti il giornalista Tornielli introdurrà i partecipanti al tema del convegno offrendo una sua riflessione sull’arte del custodire a cui è stato chiamato san Giuseppe, attualizzando tale compito alla luce del contesto contemporaneo.
Sarà intervistato padre Tarcisio Stramare, che per tanti anni con passione ha dedicato i suoi studi, le sue pubblicazioni e il suo insegnamento alla figura e alla missione di San Giuseppe. Non è soltanto un rendere omaggio al tanto lavoro fatto da parte di padre Tarcisio, è anche un richiamare ancora una volta a un discorso serio perché biblicamente fondato sulla figura di san Giuseppe.
Seguirà da parte di padre Gianfranco Verri, giuseppino del Murialdo, la presentazione-spiegazione dei suoi quadri che abbelliscono il santuario di san Giuseppe in Asti. Questo primo pomeriggio di lavori del simposio si concluderà con la celebrazione eucaristica presieduta nel medesimo santuario giuseppino dal cardinale Giovanni Laiolo, promotore della fontana dedicata a san Giuseppe, realizzata nei giardini vaticani.
Il giorno dopo, 2 maggio, i partecipanti al simposio si troveranno a Torino in via Giolitti presso la casa dell’Istituto delle Suore di san Giuseppe. Due relazioni presenteranno l’attualità della devozione a san Giuseppe, rispettivamente in rapporto al tema della famiglia oggi, oggetto del sinodo, e all’anno della Vita Consacrata, che si sta celebrando. Don Andrea Bozzolo, salesiano, e suor Cristina Gavazzi, delle suore di san Giuseppe, i due relatori.
Sarà quindi il momento della tavola rotonda cui prenderanno parte suor Orsola Bertolotto, madre generale delle suore Murialdine di San Giuseppe, i coniugi Fioretti, laici del Piccolo Disegno delle suore di San Giuseppe, e fratel Lino da Campo, dell’Istituto Fratelli della Sacra Famiglia.
I lavori si concluderanno offrendo un segno di stima e di ringraziamento al padre Tarcisio Stramare. Per il pomeriggio sono stati prenotati un buon numero di biglietti per poter vedere la sindone, esposta in questi giorni nel duomo di Torino.
Un simposio su san Giuseppe non è una cosa scontata ed ovvia, e forse qualcuno si chiede il perché. Innanzitutto non si parla mai abbastanza delle nostre radici, dei nostri fondatori, della loro scelta di affidare le nascenti congregazioni a san Giuseppe. E’ una parte fondante il carisma di numerose congregazioni che ne hanno segnato la storia, dando al loro stile di vita e alla loro missione nella chiesa e nel mondo una tonalità “giuseppina”, che anche oggi conserva tutta la sua attualità e tutto il suo valore.
Vi è un altro motivo che dà senso a questo simposio: sono passati ormai più di 25 anni dalla pubblicazione della esortazione apostolica “Redemptoris custos” di san Giovanni Paolo II, sulla figura e la missione di san Giuseppe. Un documento troppo presto dimenticato, che va invece riletto ed approfondito se vogliamo che la nostra devozione a san Giuseppe sia capace di sostenere il nostro cammino umano e cristiano.
Infine vorrei mettere in risalto che tale simposio nasce dalla collaborazione di tre istituti religiosi; è un bel segno di comunione al quale ci richiama una delle attese che papa Francesco indica perquesto anno della vita consacrata: la collaborazione tra le diverse congregazioni. Che questo avvenga nel nome di san Giuseppe, sarà un merito in più per il nostro santo.
A noi la responsabilità e l’impegno per non perdere questa occasione di riflessione e di preghiera capace di riscoprire ancora una volta che l’umile e silenzioso artigiano di Nazaret può essere sempre un prezioso compagno di viaggio e una guida sicura in questo nostro tempo, per quanti vogliono vivere in pienezza la loro avventura umana e cristiana.