Giampiero Crosetti, presidente del Cross Club di Asti, esprime con un emblematico manifesto tutta la rabbia che accumuna i crossisti astigiani. Un popolo “ferito” ma non ancora domo, anche dopo la bocciatura della variante urbanistica che avrebbe potuto togliere i sigilli al crossodromo di Valmanera (gestito dal Cross Club) a distanza di quasi tre anni dal 28 giugno 2012, giorno in cui il Tar Piemonte accolse il ricorso presentato dal Wwf che chiedeva lo stop immediato delle attività motoristiche. Crosetti ribadisce che presto sarà indetta una conferenza stampa per comunicare quali azioni saranno intraprese nel prossimo futuro, senza escludere un ricorso agli organi competenti. Nel frattempo affida alla carta stampata tutto il suo sdegno: “Questo manifesto – si legge – non vuole essere un’altra presa di posizione su chi amministra questa disastrata città verso i quali abbiamo già speso tante, forse troppe parole”. Il presidente del Cross Club indica quindi due strade, sintetizzate in altrettanti ritagli di giornale. Il primo, sulla sinistra, racconta il successo del circuito di Aragon, situato nella città di Alcaniz, piccolo centro a poche ore di auto da Barcellona. Il messaggio di Crosetti è molto chiaro: il motocross crea un indotto per la zona che lo ospita, generando lavoro ed opportunità di crescita. Il secondo articolo è invece un chiaro avvertimento. Sui sentieri di Dossena, centro in provincia di Bergamo, ignoti hanno teso un cavo d’acciaio (ad altezza di collo) per impedire il transito dei crossisti. Una vera e propria trappola che mette a repentaglio la vita dello sfortunato di turno, come è successo – si cita nell’articolo – nel’aprile del 2007 a Pavullo (prov. Modena), dove ha perso la vita l’ingegnere Marco Badiali, 48 anni, ucciso da un filo spinato teso di traverso. La responsabilità del gesto venne contestata a un contadino della zona. Si legge ancora sul manifesto: “Adesso attenzione: a tutti gli appassionati, a coloro che ci hanno sempre seguito e sostenuto, a quei genitori che hanno una moto da cross o enduro, che magari hanno un figlio con la moto da cross o da enduro (che non possono usare perché ad Asti non vi è un crossodromo od un percorso fuoristrada autorizzato. Attenzione perché prendere la strada dell’articolo di destra è un attimo”. Il duro messaggio si conclude con un invito a “non dimenticare mai chi ci ha privato del nostro sport”. La prima scadenza sono le prossime elezioni comunali: “Il tempo sarà galantuomo, ed il tempo ha le sue scadenze: per noi, per quelli delle 1600 firme in un giorno in corso Alfieri, quella delle elezioni 2017 sarà la prima! Ma ci saranno molte tappe d’avvicinamento”. Fabio Ruffinengo