Lo scorso lunedì 18 maggio si è tenuto l’ ultimo incontro della Scuola Popolare 2014 – 2015 sul tema: “La città in cui viviamo”. Maria Bagnadentro, Assessore all’ Ambiente e Patrimonio nonché responsabile del Piano Strategico in veste di relatrice, ha esordito presentando uno studio, condotto nell’ ambito del P.I.S.U, che confronta le valutazioni sulla realtà astigiana sia dei residenti che dei “forestieri” che conoscono la città; da qui è partito il confronto sulle prospettive dello sviluppo economico locale attraverso l’ esame dei dati relativi alle imprese che mostrano una contrazione del numero di quelle “grandi” ed un incremento di quelle minori, spesso individuali, nelle quali è significativa la presenze di extracomunitari. Il successivo tema dello sviluppo urbano legato allo spopolamento del centro storico ha fatto emergere tre questioni fondamentali: il forte divario temporale attualmente esistente n tra la progettazione delle costruzioni e la loro realizzazione, l’ importanza assunta nei bilanci dei Comuni dagli oneri di urbanizzazione, che possono essere utilizzati fino al 75% per le spese correnti ed infine gli elevati affitti dei locali commerciali, richiesti da privati o da banche, che scoraggiano l’ avvio di nuove attività nel centro storico. Da questo punto il passo alla situazione del mercato immobiliare è stato breve: considerata l’ esistenza di oltre 3500 alloggi vuoti è stata ritenuta poco comprensibile la concessione, in ambito comunale, di nuove licenze di edilizia abitativa, è stato inoltre osservato che le banche sono già notevolmente esposte nel settore immobiliare e ciò costituisce un ulteriore vincolo all’ erogazione del credito alle imprese. Altro elemento di riflessione è venuto dall’ esame dei dati sulla popolazione: al 31 dicembre 2014 Asti aveva circa 76700 abitanti (- 0,75% rispetto al 2013) di cui circa il 13% di provenienza estera; per questo motivo, contrariamente a quanto potrebbe apparire, gli “anziani” rappresentano il 22,8 % del totale mentre nella fascia tra 0 e 30 anni si colloca circa il 27 % della popolazione. Tenuto conto che lo studio già citato evidenzia che Asti sia percepita come “polo enologico” dal 70% degli intervistati, la relatrice ha esposto le prospettive economiche future legate essenzialmente allo sviluppo del settore agricolo, comprese le attività industriali connesse, ed ad una maggiore integrazione con Langhe, Alba e Monferrato per l’ attività turistico-alberghiera; allo stato attuale non è certamente ipotizzabile un importante incremento del settore manifatturiero. In risposta alle osservazioni dei partecipanti circa la necessità di politiche di investimento e di formazione coerenti con questi obiettivi, l’ Assessora ha chiarito che il margine di manovra del Comune nella formazione del bilancio è molto condizionato dalle “ spese incomprimibili”, ad esempio, quelle per i servizi sociali, l’ illuminazione o i lavori pubblici, ed ha sollecitato la collaborazione di associazioni (analogamente a quanto si è verificato per la gestione del canile) e dei cittadini soprattutto nel campo della raccolta differenziata. A questo proposito ha precisato che ad Asti la raccolta differenziata rappresenta, ad oggi, il 59 % rispetto al totale dei rifiuti prodotti, mentre l’ obiettivo necessario ad evitare le sanzioni europee è pari al 65 %. Oltre alla corposa documentazione prodotta, i presenti hanno particolarmente apprezzato la disponibilità dell’ Assessora che ha sempre risposto con franchezza anche a domande piuttosto insidiose sugli elementi qualificanti l’operato di una Giunta rispetto ad altra di diversa impostazione politica.