“Scrivo in merito a quanto successo ieri sera alla manifestazione sulla “sicurezza cittadina”, se così si vuole identificare e quanto ho letto su di essa. Non penso sia stata messa in luce la giusta prospettiva della cosa o quantomeno è stato dato troppo spazio a quei pochi, pochissimi, individui che si sono comportati in maniera inappropriata e maleducata nei confronti di una piazza gremita di gente. Alcune testate hanno parlato di manifestazione rovinata per una persona appena scomparsa quando questa aveva tutt’altro intento, erano presenti più di mille persone e leggo da alcuni articoli che se ne identificano circa 500. Pochi, ma veramente pochi sono stati coloro che si sono permessi di alzare i toni e gridare slogan di dubbio gusto, più adatti a uno stadio che al contesto in cui ci si trovava. Questo perchè se manca un’organizzazione, la parola va a chi grida più forte. Molte persone hanno seguito con qualche applauso parole non sentite, perchè non si sentiva nulla, per rendere la loro presenza sensata e dare sfogo al loro sgomento per la situazione cittadina. Non si è però percepita assolutamente una tensione generale, nessuno credeva in quei cori da stadio e per la prima volta ho visto Asti iniziare a muoversi. Una città che finalmente ha partecipato. Famiglie, anziani, ragazzi, bambini, persone con diversi ideali e “ceti sociali” che hanno riempito spontaneamente Piazza San Secondo per essere presenti e far capire che così è difficile andare avanti. Certo la mancanza di un’organizzazione si è fatta sentire perchè arrivati in piazza non si sapeva bene cosa aspettarsi e cosa fare ma denigrare e rendere così becero quello che accaduto ieri, limitandosi a parlare delle cose meno piacevoli, non farà che continuare a farci rimanere in una mentalità provinciale e limitata che pensa a screditare qualsiasi cosa si provi a fare non partecipando ad alcuna iniziativa perché, nell’immaginario comune, “tanto non serve a niente e non ne vale mai la pena”. Ipocrisie di che equivalgono a non alzarsi dal letto perchè la fuori il mondo è una schifezza. L’obiettivo di ieri era ritrovarsi per manifestare un malcontento, una paura, una voglia di creare una città migliore dove la massima ambizione non sia quella di scapparne. Non esistono veri punti di ritrovo, iniziative culturali supportate a dovere, luoghi in cui i ragazzi possano coltivare degli interessi e trovarne di nuovi ma siamo pieni di possibilità da sfruttare e ampliare. In parte, in gran parte qualcosa di questa voglia di rialzarsi si è iniziata a vedere e i lamenti hanno dato un piccolo spazio a un’azione concreta. Distruggerli penso serva a poco per tutti dalla giunta comunale al cittadino e alimentare il pensiero qualunquista dei soliti “tanto non serve a niente e non ne vale mai la pena” alimenterà il blocco mentale ed egoista in cui siamo. Asti è bellissima”. Alessio Frassetto