Sono 42 i cerealicoltori dell’Astigiano aderenti al “Progetto filiera cereali di qualità” attuato da Coldiretti Asti e il Consorzio Agrario delle Province del Nord Ovest. Dopo il successo dell’anno scorso, per la nuova stagione, oltre al grano tenero è stata aperta anche la strada all’orzo di qualità. L’anno passato, i produttori di grano che hanno aderito al progetto, hanno spuntato mediamente 2/3 € in più su ogni quintale. Una cifra nettamente superiore alla media, ottenuta grazie all’applicazione di un disciplinare produttivo predisposto da Coldiretti Asti che ha permesso la produzione di grani di alta qualità collocati dal Cap Nord Ovest nella fascia alta di mercato. Anche quest’anno i prezzi saranno interessanti, fra alcuni giorni i produttori sapranno esattamente i loro introiti, comunque superiori alla media, in base all’effettiva qualità delle varie partite. Il “Progetto cereali di qualità” segue praticamente le orme tracciate con il “Progetto Orticoltura” che ha portato ad un accordo con la F.lli Saclà Spa e il “Progetto Vino” la cui “Barbera Amcia” ha fatto triplicare il valore delle uve. “Coldiretti Asti attraverso la sua rete di tecnici – sottolinea Antonio Bagnulo, responsabile dell’assistenza tecnica dell’Organizzazione – elabora e segue l’applicazione di un disciplinare produttivo che permette la produzione di grani di alta qualità”. E’ poi il Cap Nord Ovest a distribuire il prodotto nella fascia alta di mercato e garantire la massima redditività ai cerealicoltori. “La nostra esperienza – sottolinea Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti – ci dice che anche grazie ad appositi accordi di filiera tra le aziende agricole e le industrie di trasformazione è possibile valorizzare il grano prodotto in provincia di Asti. E questo è possibile solo se si garantisce la qualità”. Aggiunge il vice presidente del Consorzio Agrario, Adriano Cavallito: “Il CAP Nord Ovest è il garante dell’operazione e fornisce tutta la logistica. Per fare questo l’acquisizione delle sementi e degli altri prodotti per la coltivazione è stata effettuata presso le agenzie del Consorzio e così si può garantire la piena tracciabilità della filiera”. I contratti di filiera prevedono la messa a dimora di specifiche varietà, in modo da soddisfare anche le esigenze specifiche dei molini del territorio che a loro volta raccolgono le richieste sia di piccoli artigiani che di industrie che lavorano all’insegna della qualità e della filiera corta. A questo vanno aggiunte le certificazioni Ogm free, garantite dal Consorzio e dai produttori. Tra l’altro, ogni partita viene analizzata in laboratorio sotto tutti gli aspetti qualitativi. Il valore del prodotto primario viene poi determinato in base alle caratteristiche molitorie di ogni singola partita conferita al Consorzio, fissando come riferimento la media delle quotazioni massime del listino della Borsa di Bologna rilevate tra la prima quotazione del raccolto 2015 ed il primo mercato di agosto 2015 e rapportando il prezzo ai parametri qualitativi. In totale il progetto ha coinvolto 276 ettari coltivati per una produzione di oltre 13.500 quintali. Per altro, quest’anno nell’Astigiano l’andamento climatico è stato più favorevole rispetto alla precedente campagna. “Si è registrato qualche problema a fine inverno – rilevano i tecnici Coldiretti – con un diffuso minor accestimento rispetto alla media, determinando in alcuni casi produzioni modeste che si sono attestate sotto i 35 quintali per ettaro contro una media complessiva che si aggira sui 50 quintali/ettaro per il frumento tenero e 45 per l’orzo. Dal punto di vista della difesa fitosanitaria, l’andamento climatico primaverile positivo ha permesso, in molti casi, di evitare gli ultimi interventi per la fusariosi e le cimici, problematiche chiave per l’ottenimento di produzioni di pregio sotto il profilo igienico-sanitario e tecnologico”. “Il Progetto cereali di qualità – conclude Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti – si inserisce nell’ampia progettualità Coldiretti di “Una filiera agricola tutta italiana” che sta dando tante soddisfazioni a tutti gli agricoltori italiani. Anche per i cereali, contrariamente a quanto molti pensano, è possibile avviare importanti contratti di filiera e dare maggiore valore aggiunto alle produzioni. Ora ci concentreremo sugli accordi con le industrie molitorie e di trasformazione, ma non dimentichiamo che la provincia di Asti ha anche un altro forte valore aggiunto sulla cerealicoltura: la filiera della carne con la pregiata razza bovina Piemontese. L’alimentazione degli animali è un altro importante sbocco della nostra produzione e su cui in futuro si potrà sicuramente lavorare molto, e bene”.