Accogliere, ascoltare, informare e, infine, orientare i cittadini per attivare i migliori percorsi di cura e sostegno in funzione delle risorse presenti sul territorio: questo, in breve, è il compito dello Sportello unico socio-sanitario (Suss) che l’Asl AT ha attivato, assieme al Comune di Asti, nel settembre 2009 a seguito di una delibera regionale.
Pensato per i cittadini astigiani residenti, lo sportello è punto di riferimento per i pazienti non autosufficienti: minori, adulti e anziani, affetti da patologie croniche invalidanti – che limitano notevolmente l’autonomia – e da minorazioni fisiche. Il servizio è collocato nella piazza interna del Massaia ed è in capo alla struttura Cure Domiciliari – Residenzialità diretta da Marcello Francesconi; sono state selezionate come operatrici le assistenti sociali Paola Boido e Giovanna Bramante: scelta dettata dalla necessità di tradurre immediatamente in risposta il bisogno del cittadino, sostenendone in tempi brevi la presa in carico o l’invio al servizio specialistico o territoriale.
Nei primi 17 mesi di attività (settembre 2009–febbraio 2011), si sono rivolte al Suss 1467 persone: per 622 di loro si è trattato di un primo contatto (solitamente un colloquio) volto all’ascolto e all’attivazione dei percorsi necessari all’utente. Per 582 astigiani (29 minori, 131 adulti e 422 anziani) le operatrici del Suss hanno attivato i primi percorsi di cure, con visite domiciliari e riunioni d’équipe con gli operatori di altri servizi (Consultorio Familiare, Servizi Sociali del Comune di Asti, Ufficio di Pubblica Tutela della Provincia). A riprova dell’utilità del servizio e della disponibilità delle operatrici, ben 263 cittadini non residenti in Asti, ma domiciliati in altri comuni anche fuori provincia, hanno potuto giovarsi di un colloquio preliminare.
Tra le attività svolte, lo sportello accoglie le domande dell’Unità Valutativa per l’Handicap (UVH) e dell’Unità Valutativa Geriatrica (UVG) per interventi di assistenza domiciliare, per interventi assistenziali in strutture residenziali o semiresidenziali; accompagna l’utente per il riconoscimento di invalidità civile e l’eventuale richiesta di ausili per invalidi; attiva la rete del volontariato per la prevenzione dell’isolamento sociale; collabora nella gestione del percorso assistenziale dei pazienti inviati in strutture dedicate, mantenendo una costante integrazione con gli altri operatori sociali del territorio.