«Voler bene alla terra significa voler bene a chi la abita e la vive, dare il segno di una fraternità universale che fa della nostra una terra ospitale. Per questo Terra Madre Salone del Gusto è un pezzo di diplomazia del nostro Paese». Così Carlo Petrini, presidente di Slow Food, sintetizza il senso della manifestazione in programma dal 22 al 26 settembre e che quest’anno lancia una grande scommessa: aprirsi alla città animando piazze e palazzi del centro (e non solo). «Uscire in città è una scelta audace. Ma tutta la società civile, le istituzioni e le associazioni hanno subito dimostrato simpatia verso questa nuova formula. Questo concorso di forze ci ha incoraggiati. Insieme raccogliamo i frutti di un’avventura che ha varcato gli oceani: Terra Madre nasce nel 2004 all’interno del Salone del Gusto, ma a questo punto è il Salone del Gusto a essere entrato a far parte di Terra Madre, che ha conquistato il cuore delle comunità del cibo in oltre 170 Paesi» continua il presidente di Slow Food. «Come è ormai tradizione, anche quest’anno Torino e il Piemonte accolgono in famiglia i delegati delle comunità del cibo da tutto il mondo: un’occasione unica per conoscere culture, tradizioni e storie lontane. E ai piemontesi dico: aprite il vostro cuore a quest’umanità, lasciatevi coinvolgere dal loro entusiasmo e dalla loro energia!». Inevitabile il richiamo agli eventi drammatici che scuotono il Vecchio Continente in «un momento in cui l’ospitalità a livello europeo paga un dazio durissimo». Di fronte a nuovi muri, è tanto più fondamentale ricordare «come il nostro appuntamento abbia consolidato amicizie tra cittadini piemontesi e nomadi, artigiani, produttori, pescatori e contadini ospitati sin dal 2004: chi in tutto il mondo, parla di Torino e del Piemonte con gioia», continua Petrini. «In questi 12 anni di vita Terra Madre è sempre riuscita a rinnovarsi, intrecciandosi in modo sempre più stretto con il territorio e con la città che la ospita: nata nel 2004 come una sorta di think tank di riferimento del Salone del Gusto, e portatrice di una sana contaminazione culturale, insieme a Slow Food, a Cheese e alle tante manifestazioni nate nella grande famiglia creata da Carlo Petrini, ha fatto crescere in Piemonte la filiera del cibo, del vino e dell’agricoltura di qualità, che sono tra i principali traini dell’economia della nostra regione» ribadisce il presidente della Regione, Sergio Chiamparino. Vent’anni sono una data fatidica, osserva il sindaco di Torino, Piero Fassino: «L’età del cambiamento, in cui ognuno a livello individuale si proietta nella vita. Anche Terra Madre Salone del Gusto fa un salto proiettandosi nella città con un format ancora più ambizioso e più capace di stabilire una relazione col territorio». Al centro dell’esperienza, sottolinea Fassino, rimane la dimensione umana che si esprime «nella promozione dell’ospitalità così come nel volontariato». «La cultura dell’accoglienza va oltre le parole, oltre le barriere linguistiche che cadono di fronte a una tavola o a un bicchiere di vino». Lo testimonia il sindaco di Fossano, Davide Sordella, che aggiunge: «Per noi Terra Madre non è mai stata un semplice meeting, ma un’invasione di costumi e tradizioni. Dal 2004, infatti, oltre mille delegati sono stati ospitati da 500 famiglie della nostra città». Raffaella Firpo, parlando a nome delle famiglie ospitanti, racconta come il messaggio di fratellanza di Terra Madre abbia trasformato un’intera comunità dell’Astigiano: «È stato incredibile osservare una piccola realtà che si apre a volti e voci provenienti dal Sudamerica, dall’Africa, dai Paesi dell’Est. Momenti unici che ci hanno portati a continuare nel tempo questa esperienza». A dieci anni dalle Olimpiadi invernali, Torino e il Piemonte continuano a dimostrare la loro apertura al mondo attraverso gli sforzi delle centinaia di instancabili volontari che collaborano a Terra Madre, delle decine di amministrazioni che la supportano, della rete che garantisce una parte sempre più rilevante dell’ospitalità. «Ci auguriamo che quest’anno più ancora che nelle precedenti edizioni, il grande cuore dei torinesi e dei piemontesi sia al fianco di Slow Food nel garantire l’ospitalità ai delegati. Non siate timidi! Fatevi avanti e aprite le porte al mondo di Terra Madre!» conclude Petrini.