Dopo il tutto esaurito e la replica al teatro Vecchio Mercato di Gassino Torinese torna sul palcoscenico di Moncalvo il “Don Giovanni” diretto da Tommaso massimo Rotella  previsto per il 5 marzo e rinviato a causa del maltempo va in scena sabato 12 marzo, sempre alle 21. La trasposizione che verrà messa in scena da Fabio Pasciuta, Chiara Buratti, Teresa Caporale e gli allievi delal compagnia  Magdaleine G. La storia di Don Giovanni è quella di un uomo che sfida Dio trasgredendone le leggi. Il tema centrale intorno a cui ruota la vicenda quindi è il rapporto  tra il protagonista e Dio. In uno scambio di battute tra  irriverenza e timore,ironia e tracotanza, sarà0 il servitore Sganarello a cercare di avvicinare la coscienza del libertino a Dio. Il regista risponde alle domande sulla piece: Il suo don Giovanni è una sorta di rivisitazione che mantiene fede al canovaccio di Moliere ma abbraccia anche le altre trasposizioni, cominciando dalle musiche, originali di Mozart. A livello registi o quanto è stato difficile convogliare le varie “contaminazioni”? In teatro e nell’arte si parte da una intuizione a cui bisogna abbandonarsi. Ho pensato che potessero convivere le diverse scritture, da mondi geograficamente lontani ed poche diverse con una volontà comune di raccontare questo personaggio. È stato meno difficile di quanto temessi, come se fosse un mosaico che si ricompone tessera dopo tessera. 2. A livello scenico si nota l essenzialità . Come mai questa scelta? Esistono solo elementi che rimandano a luoghi differenti ma importanti per la storia, fa parte della drammaturgia e la mia idea dello spazio teatrale è una situazione di finzione che viene accettata, viene portata all’eccesso. Cerchiamo di far immaginare i luoghi, come è alla fine la funzione del teatro stesso, portando il sogno nella mente dello spettatore. Chiara Buratti interpreta Donna Elvira, soggiogata dall’amore non ricambiato per Don Giovanni. Il personaggio di Elvira rappresenta l’ingenuità dell’innamoramento puro e cieco. Pensi che esistano ancora donne così nella realtà che comunque sono ancora fonte di ispirazione per la finzione ? Ci sono grandi personaggi femminili nel teatro, come lady Macbeth. Donne accecate sia dall’amore, sia dalla brama di potere che poi si trasforma in follia. L’amore totalizzante di donna Elvira la porta a commettere atti azzardati, ha poi un cambiamento e torna da Don Giovanni per aiutarlo a salvarsi da se stesso. Alla base c’è comunque un sentimento malato perché l’uomo stesso non ricambia. Ovviamente ogni donna, a partire da me, ha vissuto esperienze bene p male simili e quindi ho attinto anche daL mio personale passato per rendere vero il personaggio. Come dice Pupi Avati:”L’attore è bravo non solo per ciò che ha imparato ma anche per ciò che ha sofferto”. L’innovazione del don Giovanni di Rotella attraverso  testi e scenografie in cosa consiste? Il testo è una tappa di un percorso sui classici, nato da un’idea di Tommaso con Fabio Pasciuta,  a partire da Amleto, poi Macbeth a cui ho partecipato anche io. In questo c’è un elemento di estrema freschezza che è la partecipazione di bel gruppo di ragazzi dell’accademia di recitazione di Gassino Torinese, Magdaleine G.. Interagire con loro esordienti è stato un bello scambio di esperienze: la loro incoscienza ha alimentato flussi di energia creando un connubio molto interessante tra generazioni diverse. Per quanto riguarda la regia, Rotella è un innovatore. A livello scenico uno spazio vuoto si trasforma con l’uso di semplici pedane in un bosco, un cimitero, una strada… Il regista ha reso i momenti di cambi scena interessanti nell’evolversi della piece. I testi poi legano il Don Giovanni di Moliere, Mozart, Puskin e De Molina e ne carpiscono gli aspetti più interessanti, creando con uno stile nuovo con un linguaggio uniforme. Per prenotazioni telefoniche: Arte & Tecnica, tel. 0141/1761994, oppure 373/8695116, oppure via mail info@arte-e-tecnica.it. Manuela Caracciolo