“Grazie ai fondi stanziati dal decreto legge 113/2016 riusciremo a salvare dal dissesto finanziario due province piemontesi su tre”. Emanuele Ramella Pralungo, presidente della provincia di Biella e della Consulta Aree Vaste di Anci Piemonte, esprime soddisfazione a margine della riunione dei Presidenti delle Upi, l’Unione delle Province Italiane, alla quale ha partecipato anche l’Anci regionale. Lo scorso mese di dicembre l’associazione dei Comuni si era fusa con l’Upp, l’Unione delle Province Piemontesi, dando vita alla nuova consulta guidata da Ramella. “Il lavoro di concertazione che ha visto in prima linea Upi e Anci ha consentito di ripianare gli equilibri finanziari delle province di Alessandria e del Vco – annuncia Ramella – con 6 milioni di euro su 48, il Piemonte è tra le regioni italiane che hanno ottenuto di più dal governo”. In particolare, lo squilibrio finanziario della provincia di Alessandria superava i 7 milioni di euro, quello del Vco sfiorava i 5 milioni, per un totale di 12 milioni di euro, la metà dei quali già coperti da un apposito plafond regionale. Per i due territori si chiude dunque una partita difficile, mentre resta critica la situazione di Asti, dove lo squilibrio di bilancio supera gli 8 milioni di euro e, a parte 2,5 milioni messi a disposizione dal plafond regionale, non sono stati reperiti altri fondi. “Stiamo lavorando con la Regione per garantire alla provincia di Asti una sopravvivenza dignitosa” continua Ramella, che nella riunione dei Presidenti Upi ha ribadito il grave stato di crisi che rischia di travolgere le province piemontesi. “Per evitare il dissesto – prosegue – abbiamo dovuto impiegare anche 8,5 milioni di euro su 11 destinati ad Anas per interventi di manutenzione stradale, ora siamo seriamente preoccupati”. Contro il peso dei tagli dell’ultima manovra, l’Anci chiederà al Governo un’inversione di rotta nella prossima legge finanziaria. “Il rischio – denuncia Ramella – è quello di un vero e proprio crack, di fronte al quale potremmo non essere più in grado di erogare i normali servizi ai cittadini, con gravi ripercussioni per la collettività in settori cruciali come i trasporti, le strade e le scuole. Da qui la nostra richiesta al governo, al fine di mitigare il più possibile gli effetti causati dai tagli legati alla riforma delle province”.