Coldiretti ha chiesto alla Regione Piemonte e al presidente Chiamparino di convocare un tavolo di crisi per affrontare l’emergenza dei danni all’agricoltura causati dal maltempo. “Anche nell’Astigiano – spiega il presidente provinciale Roberto Cabiale – superata la grande paura per il rischio alla vita delle persone, permane l’emergenza per i danni alle strutture, ai terreni, alle colture. In molte frazioni e borgate permangono problematiche legate alla viabilità, agli accessi alle proprietà, ai pericoli di frane e smottamenti, anche improvvisi e magari imprevedibili. Occorre pertanto mantenere l’allerta e coordinare al meglio gli interventi”. Oltre alle emergenze immediate, anche nell’Astigiano, il settore agricolo segna perdite significative in termini di produzioni e terreni che ora occorre comunque inventariare e valutare attentamente, soprattutto per intervenire tempestivamente a supporto dei bilanci economici delle imprese agricole. “I nostri tecnici hanno già effettuato un primo monitoraggio – sottolinea Antonio Ciotta direttore di Coldiretti Asti – dal quale emergono etttari ed ettari di terreno inondato, di serre e vivai distrutti in un’area molto vasta che va dalla valle Bormida alle pianure del Tanaro, del Borbore, del Belbo e in altre zone dove piccoli corsi d’acqua o semplici canali di scolo hanno provocato danni. Continueremo a monitorare la situazione per arrivare a determinare l’ammontare complessivo dei danni e prevedere le formule idonee a sostegno dei nostri imprenditori agricoli”. Sono particolarmente pesanti i danni per alcune imprese agricole, a Cessole il vivaio di Piero Serra è andato completamente distrutto, con seri danni anche alle strutture, a Bubbio il vivaio di Ernesto Roveta ha visto la perdita dell’intera produzione annuale di astoni di Nocciole Piemonte Igt nella pregiata varietà tonda gentile trilobata. Tra frazione Motta di Costigliole e Isola d’Asti, le serre dell’azienda orticola dei fratelli Lastone sono state completamente danneggiate. Purtroppo – spiegano dagli uffici di Coldiretti – sembra un “bollettino di guerra”, verosimilmente siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici col moltiplicarsi di eventi estremi, precipitazioni brevi ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire e che allagano le città e le campagne. Un modello di sviluppo sbagliato che, per la cementificazione e l’abbandono dei terreni, ha fatto perdere, in Italia, negli ultimi venti anni, 2,15 milioni di ettari di terra coltivata capace di assorbire l’acqua. Ogni giorno sparisce terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) e quella disponibile non riesce più ad assorbire adeguatamente la pioggia. Il risultato è che in Italia oltre 7 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben l’88 per cento dei comuni sull’intero territorio nazionale. Anche in Europa vengono distrutti 100.000 ettari di suolo fertile ogni anno, soffocando sotto il cemento un’area grande come l’intera città di Roma. Anche per questo, ACLI, Coldiretti, FAI (Fondo Ambiente Italiano), INU (Istituto Nazionale di Urbanistica), Legambiente, Lipu, Slow Food, WWF ed altre realtà italiane, insieme a 400 organizzazioni europee, si sono unite nella campagna #SALVAILSUOLO. L’obiettivo dell’Iniziativa dei Cittadini Europei “People4soil” è raccogliere un milione di firme per fermare il consumo di suolo e contrastarne il degrado costante. Una petizione per ottenere una legislazione specifica per tutelare il suolo a beneficio delle generazioni presenti e future che può essere sostenuto con la firma sul sito https://www.salvailsuolo.it.