Diventare cacciatori di fossili urbani: la sfida è aperta, lanciata dal Parco Paleontologico Astigiano con il concorso fotografico “Urban Fossil Hunter”.
Obiettivo: individuare e fotografare i reperti nelle strade, nelle pareti, negli interstizi di città e paesi dell’Astigiano e non solo. Già aperte le iscrizioni.
Ma cosa sono i fossili urbani? Chiariscono gli organizzatori dell’Ente Parco: “Sono certamente le conchiglie che si nascondono tra gli antichi palazzi e le chiese di Asti e della sua provincia, ma anche monete, tappi, impronte di pneumatici e altri strani oggetti che troviamo ‘fossilizzati’ dentro gli strati di cemento e asfalto”.
Per farsi un’idea più precisa del tema si possono visualizzare sul sito www.astipaleontologico.it il regolamento e la pagina Facebook dell’evento. Partecipare è facile: basterà inviare le immagini, scattate con qualsiasi dispositivo (digitale o analogico), entro il 26 novembre all’indirizzo astifossiliurbani@gmail.com. Tutte le foto ammesse verranno pubblicate sull’apposita pagina Facebook. Inoltre i dieci migliori scatti troveranno ospitalità nella mostra itinerante “Fossili urbani. Riflessioni semiserie sui processi di fossilizzazione” che sarà inaugurata al Museo Paleontologico il 10 novembre (chiusura 4 febbraio).
L’esposizione raccoglierà le opere fotografiche di Francesca Cirilli e di un gruppo selezionato di immagini amatoriali e documentarie. Le dieci proposte selezionate del concorso astigiano verranno esposte durante la nomina degli “Urban Fossil Hunters” il 16 dicembre a Palazzo del Michelerio. Non sarà stilata una classifica e non sono previsti premi.
La mostra è nata dalla curiosità di Francesca Cirilli e dal confronto con i paleontologici dell’Università di Torino. Ospitata nei più importanti musei italiani di scienze (tra cui il MUSE – Museo delle Scienze di Trento, il Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria di Genova, il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste), approderà ad Asti con alcune interessanti novità.
Il Museo Paleontologico, in collaborazione con gli ideatori Francesca Lozar, Massimo Delfino e Marco Giardino, professori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, ha infatti dato nuova linfa all’esposizione, integrandola con immagini e testi e lanciando il singolare concorso fotografico sui cacciatori di fossili urbani.
Le decine di fotografie in visione ritrarranno semplici detriti e piccoli oggetti incastonati nell’asfalto: sono frammenti di cellulari, monete scivolate da tasche distratte, oggetti che hanno perso la loro forma e funzione originaria che ogni giorno incontriamo e lasciamo nelle nostre strade.
Soffermarsi su questi “reperti” diventerà anche un’occasione per provare a rispondere a una domanda cruciale e complessa: che cosa rimarrà di noi tra un milione o cento milioni di anni?