I ricoveri per carcinoma della mammella in Piemonte sono aumentati del 7% in quattro anni, da 4.146 a 4.453, e la percentuale dei casi trattati nelle breast unit di riferimento è salita dall’83 al 94%, mentre si è ridotta dal 17 al 6% la quota di interventi effettuati in strutture non individuate come centri di senologia.

E’ il quadro fornito oggi dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta nel rispondere a un’interrogazione presentata in Consiglio regionale.

 

Con il riordino della rete oncologica secondo il modello hub e spoke, avviato a fine 2015, abbiamo intrapreso un lavoro che darà gli esiti positivi con il tempo – ha spiegato l’assessore Saitta.Ogni centro ha definito il gruppo interdisciplinare di cura, con il relativo responsabile e un referente per ciascuna disciplina, ha elaborato un percorso diagnostico terapeutico assistenziale consultabile anche dai cittadini e gli esiti a distanza nel tempo, quali la sopravvivenza a cinque anni delle donne piemontesi colpite da carcinoma della mammella, è tra le più alte“.

 

Grazie a questa impostazione siamo in grado di affrontare le criticità e programmare gli interventi finalizzati alla riduzione delle liste d’attesa e della mobilità passiva, risultati già fissati tra gli obiettivi dei direttori generali” ha aggiunto l’assessore riferendosi all’aumento dell’11% dei ricoveri fuori regione per carcinoma della mammella riguardanti le pazienti piemontesi, rispetto al 7% dei casi trattati nelle strutture della regione.

 

Il fenomeno – ha precisato ancora Saitta riguarda prevalentemente le aree del Piemonte Nord-Est e Sud-Est, mentre nell’area metropolitana torinese si verifica al contrario una tendenza positiva, di mobilità attiva”.