Palazzi della politica solitamente inaccessibili, aree archeologiche, borghi che custodiscono antiche tradizioni, colonie marine abbandonate, luoghi dello sport e della produzione, chiese e monumenti che svelano spazi sorprendenti. Le aperture delle Giornate FAI di Primavera, sabato 24 e domenica 25 marzo 2018, raccontano con la loro straordinaria varietà un’Italia che sempre di più si riconosce nella vastità del suo patrimonio culturale e nella ricchezza della sua storia. Per il quarto anno consecutivo le Giornate FAI di Primavera chiudono la settimana dedicata dalla Rai ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 19 al 25 marzo, infatti, la Rai racconterà luoghi e storie che testimoniano la varietà, la bellezza e l’unicità del nostro patrimonio: una maratona televisiva di raccolta fondi a sostegno del FAI, per conoscere e amare l’Italia ma soprattutto per promuovere la partecipazione attiva degli italiani. La settimana Rai dei Beni Culturali è realizzata con il Patrocinio di Rai – Responsabilità Sociale e con le Media Partnership di Rainews24, TgR e Radio2. I visitatori potranno avvalersi anche quest’anno di guide d’eccezione: saranno, infatti, oltre 40.000 gli Apprendisti Ciceroni®, giovani studenti che illustreranno aspetti storici e artistici dei monumenti. Insieme agli Apprendisti Ciceroni, in alcune località italiane ci saranno i mediatori culturali artistici, volontari d’origine straniera del progetto “FAI ponte tra culture” per favorire la partecipazione di nuovi cittadini italiani e migranti alle Giornate FAI di Primavera. Ogni regione ha i propri appuntamenti, ogni località le sue sorprese e anche quest’anno il catalogo dei luoghi aperti a tutti è molto vario e ricco di proposte. Per l’elenco completo delle 1000 aperture dal 14 marzo sarà possibile consultare il sito www.giornatefai.it o telefonare al numero 02 467615366. Le versioni i-Os e Android dell’APP FAI saranno scaricabili gratuitamente dagli store di Apple e Google. Facile e intuitiva, l’app geolocalizzata riconoscerà la posizione dell’utente e indicherà la mappa dei luoghi più vicini da visitare.

#giornatefai

 

 

Gli orari di apertura saranno i seguenti per tutti e tre i siti:

Sabato: 10-12.30 / 14.30-17.00   Domenica: 10-12.30 / 14.30-17.00

 

 

 

 

CENTRO DI RICERCA PER L’ENOLOGIA

Via Pietro Micca, 35

 

Varcare la soglia del Centro di Ricerca per l’Enologia di Asti è come aprire un cassetto e trovare un gioiello dimenticato e un po’ impolverato, un pezzo di storia che merita di essere scoperto anche da chi non si occupa di vino o di scienza.

Il Centro affonda le radici nel 1872, quando re Vittorio Emanuele II istituì con un decreto la “Regia Stazione Enologica Sperimentale di Asti”.                                                                                                 Assume importanza cruciale tra il 1878 e il 1929, quando diviene l’unica Stazione sperimentale a carattere enologico operante in Italia. Qui si formarono ricercatori di prim’ordine destinati a incidere sulla storia e l’evoluzione del vino italiano e internazionale.           Qui Federico Martinotti inventò, nel 1895, il metodo di spumantizzazione che porta il suo nome e che ebbe diffusione industriale con la dicitura “metodo Charmat”. È una tappa storica. Qui fu inventato il Ramital, un composto per trattare le viti usando meno rame in epoca di guerra, un principio tuttora commercializzato a livello internazionale.                                                                   All’interno dell’edificio che ospita il Centro, si trovano vari laboratori, una cantina sperimentale, aule e la storica biblioteca che risale all’anno di nascita, in cui è conservato un vasto patrimonio di testi, pubblicazioni enologiche e gli annali editi dall’istituto con i lavori scientifici catalogati fino al 1997.

Questo sito non è accessibile ai portatori di disabilità motorie.

 

PALAZZO DI CITTA’

Piazza San Secondo, 1

 

Il Palazzo di Città, sede del comune di Asti fin dal 1558, anno in cui Emanuele Filiberto di Savoia dona l’edificio alla comunità, prende le attuali sembianze nel 1727 ad opera di Benedetto Alfieri (1700-1767).
In facciata, lo stilema a tre ordini di aperture costituisce un unicum, mentre gli altri particolari decorativi, sono riconoscibili nelle coeve architetture alfieriane in Asti, e rimarranno un suo codice distintivo anche in edifici più sontuosi.
Lo scalone d’onore, con le quattro rampe, definisce l’organizzazione degli spazi anche se la decorazione visibile oggi è opera di Ottavio Baussano (1898-1970) mentre il salone dei ricevimenti, presenta il soffitto affrescato da Paolo Arri (1868-1939).
Alle pareti dello scalone si può ammirare anche una riproduzione della carta di Asti tratta dal Theatrum Sabaudie del 1682.
Una curiosità che pochi conoscono è che nell’atrio di ingresso si conserva la pietra di paragone per le misure lineari di mattoni e coppi, in uso sul mercato astigiano fino al tardo medioevo.
Si avrà inoltre l’opportunità di ammirare l’abside della chiesa della Collegiata di San Secondo da una prospettiva molto suggestiva.

 

SOCIETA’ DI MUTUO SOCCORSO

FRATELLANZA MILITARI IN CONGEDO

Via Solari, 2

 

Nel 1902 la Fratellanza acquista Casa Tinelli, per farne la sua sede. Un palazzo trecentesco, anticamente dimora degli Alfieri, poi trasformato in convento.

L’edificio conserva un grande portale d’angolo. Alla sinistra, su via Bonzanigo, sono ancora visibili due postierle di fondaco con arco a tutto sesto: probabilmente ciò che resta di un complesso di edifici di origine medievale molto diffuso in Asti, città mercantile, con funzioni di magazzino. Ora è una cascina di città affrescata nel primo ‘900 da Paolo Arri, ricca di lapidi, diplomi e un cospicuo fondo di bandiere e cimeli.

Oggi che gli scopi statutari della Fratellanza sono ormai superati, i militari in congedo svolgono attività culturale e ospiteranno, in occasione delle Giornate di Primavera del Fai, le riproduzioni di alcune immagini, le più significative, del fondo fotografico Angelo Gatti dell’Archivio Storico Comunale di Asti.

Si tratta di immagini significative, drammatiche, di grande qualità e valore, assolutamente interessanti ed emozionanti che illustrano la Grande Guerra ( Prima Guerra Mondiale 1914-1918 ), dall’interno, documentandola per l’Esercito e per lo Stato e che Gatti raccolse durante l’incarico di capo dell’Ufficio storico del Comando supremo, ricevuto da Cadorna nel ’17.