L’estensione dello screening neonatale in Piemonte e Valle d’Aosta ha permesso di salvare in un anno 20 neonati da gravi disabilità psico-fisiche, raddoppiando il numero di diagnosi preventive effettuate in passato. È il risultato dell’ampliamento da 6 a 50 patologie individuabili dell’esame compiuto su circa 30.000 neonati, che nel febbraio 2017 è stato introdotto dalla Regione Piemonte, prima in Italia a recepire la normativa del Ministero della Salute.
Si tratta di un test effettuato alla nascita, fra le 48 e le 72 ore di vita, e consiste in un prelievo di poche gocce di sangue dal tallone del neonato: è considerato lo strumento più avanzato della pediatria preventiva, in quanto permette la diagnosi precoce di malattie metaboliche ereditarie prima dell’insorgenza di disabilità fisiche permanenti, ritardo mentale e di danni che causano la mortalità neonatale e infantile, consentendo allo stesso tempo l’adozione di specifiche terapie dietetiche vitaminiche o farmacologiche.
Il riferimento del sistema screening a livello regionale, secondo quanto previsto dalla delibera approvata dalla Giunta Chiamparino lo scorso anno, è la Città della Salute e della Scienza di Torino, attraverso il laboratorio di screening, il laboratorio di conferma diagnostica e il centro clinico per la terapia e il monitoraggio dei pazienti.
“Il risultato ottenuto con lo screening neonatale esteso è molto significativo e conferma l’importanza di questa grande forma di prevenzione – sottolinea l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta -. È motivo di orgoglio ricordare che il Piemonte in questo campo è un modello in ambito nazionale: secondo i dati, la capacità di diagnosi precoce sui neonati colloca la nostra regione al livello delle migliori realtà europee”.
L’esperienza dello screening neonatale esteso in Piemonte sarà presentata sabato 24 marzo durante il Congresso nazionale “Prevenzione in Pediatria”, che si terrà dalle 9 alle 17 al Museo dell’Automobile di Torino.