Da qualche giorno la Stanza delle fragilità, al Pronto Soccorso dell’ospedale Cardinal Massaia, è ancora più accogliente: accanto a sedie colorate, poltrone lilla, un passeggino, qualche giocattolo, sulle pareti azzurre ci sono anche due grandi tele donate dal Liceo Scienze Umane dell’Istituto “A. Monti”.
In questo luogo protetto, dedicato alla giovane Premio Nobel Malala Youzafzai, vengono ospitate e curate le donne vittime di violenza, non di rado con figli piccoli al seguito, ma anche altri pazienti considerati vulnerabili. Ecco il perché di uno spazio confortevole e rassicurante, lontano dall’immagine asettica degli ospedali.
Le tele, realizzate a scuola nell’ambito di un laboratorio di arte e psicologia, hanno colori smaglianti: una è di pittura astratta, con prevalenza di rossi e blu, l’altra riporta, su uno sfondo a quadretti, una poesia di Emily Dickinson sull’amicizia e l’altruismo, antidoti alla solitudine.
La cerimonia di consegna dei quadri ha visto protagonista la 3C del Liceo Scienze Umane ricevuta dal vertice dell’Asl AT: con il direttore generale Mario Alparone (ha osservato come la visita della classe in Pronto Soccorso fosse particolarmente coerente con il corso di studio), il direttore sanitario, Gloria Chiozza, e quello amministrativo, Stefano Scarpetta, la dirigente di Staff Cristina Chialvi.
Il primario Gianluca Ghiselli e Roberta Broda, direttore sanitario facente funzione del Massaia, hanno condotto la visita illustrando la funzione dei vari ambiti di urgenza ed emergenza, ribadendo la necessità che gli accessi siano appropriati e concludendo il giro nella Stanza delle fragilità. “Uno spazio – ha sottolineato il dottor Alparone – che non tutti gli ospedali possiedono e di cui siamo orgogliosi: perché qui, in un’ottica di umanizzazione delle cure, si presta attenzione alla persona, non solo alla malattia”. La dottoressa Broda ha spiegato il percorso di presa in carico delle donne maltrattate che ricorrono alle cure del Pronto Soccorso: un modo di operare, ormai consolidato, che vede lavorare insieme medici di diverse specialità, operatori socio-assistenziali dell’ospedale e dei servizi territoriali, con il coinvolgimento di volontari, forze dell’ordine e magistratura.
I dati hanno fatto molto riflettere: “Dall’inizio dell’anno a oggi – ha spiegato Ghiselli – siamo a 120 accessi per violenza domestica e sessuale: 100 donne, 11 minori e 9 uomini. Il 60 per cento delle donne è di nazionalità italiana, tutte le classe sociali sono rappresentate indistintamente. Con la Stanza delle fragilità abbiamo voluto ricreare un ambiente in cui ci si possa sentire a proprio agio. Per i bambini che passano dal Pronto c’è anche un peluche da portarsi a casa”.
Molte le riflessioni e le domande della 3C, affiancata dall’insegnante di Scienze Umane Silvana Nosenzo. “Ai bambini basta poco per essere rasserenati: a quelli che verranno qui, tristi, con paura o rabbia, speriamo con queste tele di regalare un po’ di felicità” l’augurio di un’allieva. Una sua compagna di classe: “I quadri donati inducono a questo pensiero: di fronte a un atto di maltrattamento ognuno di noi è chiamato a decidere se aiutare la vittima o fingere di non vedere”. Per l’Asl AT, già da tempo, il messaggio da veicolare è: “Uscire dalla violenza è possibile”.
Nella foto: le tele donate, la classe 3C, dirigenti e medici dell’Asl AT nella Stanza delle fragilità