Cambiamento epocale per la Polizia di Stato: sono stati introdotti i nuovi segni distintivi di qualifica.
Un giorno atteso con grande trepidazione. Dopo 38 anni dalla legge di riforma del 1981, si riafferma, in modo tangibile, nella forma e nella sostanza, l’identità della Polizia di Stato, prima forza di polizia nazionale, quale amministrazione civile ad ordinamento speciale, garante dell’Ordine e della SicurezzaPubblica, che ha sublimato i valori ai quali profondamente crede nel motto “Sub lege libertas”.
Ieri 11 luglio, in occasione dell’anniversario dell’istituzione della polizia, si è tenuta nel palazzo della Consulta di Roma, la cerimonia ufficiale di presentazione dei nuovi distintivi di qualifica.
“Un’epocale conquista, con la quale ci si affranca dagli ultimi retaggi di un passato militare, che andava suggellata attraverso un segno visibile che ricordasse a tutti, appartenenti e non, il significato profondo di una trasformazione lunga, laboriosa, e fortemente voluta”, ha spiegato il questore di Asti Alessandra Faranda Cordella questa mattina nel corso di una conferenza stampa.
Ed è proprio, recuperando tale spirito riformista che l’uniforme di oltre 98.000 poliziotti da oggi cambia aspetto, vestendo i nuovi distintivi di qualifica, disegnati dall’esperto di araldica, professor Michele D’Andrea.
Ad accomunare passato e presente l’immagine, rivisitata stilisticamente, dell’aquila, emblema della polizia, che quest’anno compie 100 anni dalla sua prima apparizione sulle divise del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza risalente al 1919.
Ali spiegate, zampe libere e divaricate disposte ai lati della coda folta e stilizzata come il restante piumaggio, testa rivolta a sinistra ornata dalla corona murata di cinque torri, scudo sannito con il monitoraggio RI in petto.
“L’aquila continua e esprime il legame identitario, il coraggio e la dedizione con cui quotidianamente ciascun poliziotto difende diritti e libertà”, ha concluso il questore.