Un anno di indagini, decine di intercettazioni telefoniche che hanno portato alla ricostruzione di un puzzle intricato e che ha permesso ai carabinieri di identificare i presunti autori di una sparatoria avvenuta l’estate scorsa nel quartiere Praia, zona est di Asti.
Era il 13 agosto 2018 quando un uomo era stato soccorso dal 118 con una ferita da arma da fuoco alla gamba. Ai carabinieri la vittima aveva raccontato di essere stato aggredito in casa da una persona che, dopo aver suonato il campanello, gli aveva dato una testata e poi aveva sparato un colpo di pistola ferendolo. Purtroppo per la testata in viso non era riuscito a riconoscere il suo aggressore, questo averebbe raccontato agli investigatori che, però, non avrebbero trovato riscontri a quella ricostruzione. In casa, infatti, non c’erano tracce di arma, neppure di bossoli, dell’ogiva e di sangue. Elementi che hanno spinto gli inquirenti ha volerci vedere chiaro. Così la vittima della sparatoria è stata messa sotto intercettazione; per settimane i carabinieri hanno ascoltato le conversazioni riuscendo a ricostruire cosa sarebbe realmente accaduto.
Merito anche di altri fatti di cronaca avvenuti contemporaneamente in città e che sono stati “usati” dai carabinieri per identificare i due presunti aggressori. In alcune intercettazioni per esempio si far riferimento a un soggetto al quale era morto poco prima il fratello. Questo elemento è stato molto utile ai militari per poter stringere il cerchio intorno a uno degli indagati.
Dopo un anno di indagini nei giorni scorsi i carabinieri hanno notificato due ordinanza di custodia cautelate nei confronti di due persone, un albanese di 22 anni e un italiano classe ’77: sarebbero stati proprio loro a sparare per regolare i conti dopo una partita di carte.
Nel pomeriggio del giorno della sparatoria infatti, la vittima e un amico avrebbero discusso dopo una mano di carte. La sera stessa sarebbe avvenuta l’aggressione proprio nell’alloggio di Praia dove abitava il ferito, così come aveva raccontato lui stesso. Per sviare le indagini però lo stesso ferito prima di chiamare i soccorsi avrebbe ripulito la scena del crimine, eliminando ogni traccia di sangue e della pistola.
I soggetti sono stati arrestati perchè ricondotti alla sparatoria di via Graziano, mentre il ferito, che al momento dei fatti era sottoposto al regime dei domicicliari e per questo è stato denunciato per evasione (e quindi tornato in carcere) è stato indagato anche per favoreggiamento nei confronti dei suoi stessi aggressori di cui avrebbe cercato di nascondere l’identità.