Conoscono l’Aids, ma non hanno la consapevolezza del rischio cui potrebbero andare incontro adottando comportamenti sbagliati: ai ragazzi delle sette scuole superiori cittadine che hanno aderito al progetto promosso dall’Asl AT e dalla consigliera regionale Angela Motta verrà distribuito, nei prossimi giorni, un pieghevole con i risultati del questionario a cui hanno risposto nei mesi scorsi. Nell’opuscolo viene anche indicato il servizio (Ambulatorio delle malattie sessualmente trasmesse del “Massaia”) a cui rivolgersi in caso di rapporti sessuali a rischio.
La sintesi dell’indagine conoscitiva è stata illustrata questa mattina nella conferenza stampa indetta alla Direzione Sanitaria dell’ospedale. Sono intervenuti il direttore generale dell’Asl AT, Luigi Robino, il primario del Reparto Malattie Infettive, Alberto Biglino, la consigliera regionale Angela Motta.
Robino ha evidenziato la necessità di fornire ai giovani strumenti di conoscenza, “perché essere informati significa meno malattia e più salute. E per il futuro vogliamo coinvolgere maggiormente anche gli insegnanti”. “Si eviterebbe così – la sottolineatura di Angela Motta – che messaggi errati vengano veicolati tra i ragazzi, i quali verso l’Aids troppo spesso si sentono intoccabili e invincibili. Niente di più sbagliato”.
Il primario Biglino ha indicato due delle convinzioni errate che potrebbero portare “fuori strada” i giovani rispetto al pericolo dell’HIV: “Molti ragazzi pensano che la pillola anticoncezionale agisca come sistema di protezione, mentre altri ritengono che un rapporto non protetto sia fonte di rischio solo se avviene con un malato di Aids: invece anche un soggetto sieropositivo, apparentemente sano, può trasmettere l’infezione”.
Tra le risposte sbagliate fornite dai ragazzi: l’Aids si trasmette con la puntura di una zanzara (50%) e bevendo dallo stesso bicchiere usato da un malato di Aids (30%), mentre la pillola anticoncezionale riduce il rischio di infettarsi (12%). Tra le indicazioni giuste: l’Aids si trasferisce attraverso lo scambio di siringa tra soggetti tossicodipendenti (97%), dalla madre sieropositiva al feto/neonato (83%), mentre non si trasmette attraverso la convivenza (ad esempio in classe) con persone sieropositive (89%).
Al progetto “Aids: parliamone prima” hanno aderito 1.170 studenti del Liceo Classico Alfieri, Liceo Scientifico Vercelli e degli istituti Monti, Giobert, Benedetto Alfieri, Sella, Castigliano.
Il questionario è stato restituito da 913 ragazzi (1066 quelli a cui era stato distribuito).
Dopo aver compilato il questionario, i ragazzi hanno guardato il video “Aids, se domani”, prodotto dall’Assessorato alla Sanità della Regione, e incontrato i medici delle Malattie Infettive.
Vista l’alta adesione delle scuole, l’Asl AT e la consigliera regionale Motta puntano a riproporre il progetto anche nella sessione scolastica 2009-2010.