Il partigiano Marcello Bernieri, garibaldino col nome di battaglia Costa, glielo disse già trent’anni fa: per scrivere la storia della Resistenza si sarebbe dovuto aspettare la scomparsa dei protagonisti, spesso legati a interpretazioni eroiche della lotta, nella quale era da considerarsi fondamentale la loro esperienza personale. Mario Renosio, direttore scientifico dell’Israt, lo racconta proprio mentre si appresta a presentare ad Asti il suo ultimo libro: “Attila, Pepe e gli altri. La lotta partigiana tra il Monferrato e le Langhe”.
L’appuntamento è all’Archivio di Stato mercoledì 26 febbraio alle 17 (via Govone 9, ingresso libero). Ne discuteranno con l’autore Mauro Forno e Nicoletta Fasano, rispettivamente presidente e ricercatrice all’Israt, che promuove l’incontro con l’Archivio di Stato e sotto il patrocinio di Anpi e Fondazione CRT. Il volume, editato in proprio dall’Istituto, è uscito nel novembre 2019 e riporta, in apertura, una citazione di Marisa Ombra, deceduta un mese dopo.
Oggi i protagonisti della Resistenza sono davvero quasi tutti scomparsi “e l’Italia – non trascura di annotare Renosio nel libro – non solo non è quella che avevano sognato molti partigiani, ma si è quasi dimenticata di loro, che pure si erano messi in gioco per renderla libera e solidale”.
Quei ribelli Renosio li ha conosciuti bene e le loro testimonianze gli sono anche servite, nel 1994, per scrivere “Colline partigiane. Resistenza e comunità contadina nell’Astigiano”. Perché allora, a distanza di venticinque anni, tornare sullo stesso argomento? Doveroso, spiega, proporre una rilettura aggiornata di “Colline partigiane”, per giungere “a una nuova sintesi interpretativa della lotta partigiana e della guerra civile capace di inserire eventi, dinamiche e tempistiche in un quadro non solo locale”.
“Dall’uscita di ‘Colline partigiane’ a oggi – ricorda Renosio – l’Israt ha reperito nuove fonti e documenti, allargato i confini delle ricerche, approdate ad archivi nazionali e internazionali. Basti pensare a due lavori che abbiamo autoprodotto o a cui abbiamo collaborato: il libro ‘Un’altra storia. La Rsi nell’Astigiano tra guerra civile e mancata epurazione” (2015)’, volto a comprendere, attraverso l’esame di documenti tedeschi e fascisti inediti, le strategie di occupazione e repressione messe in atto anche sul territorio astigiano, e l’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia (1943-1945)”.
“Attila, Pepe e gli altri” prende in esame il periodo tra il 1940, quando l’Italia entra nel secondo conflitto mondiale, e il 1947, in un contrastato dopoguerra che porta, tra l’altro, un gruppo di ex partigiani alla rivolta di Santa Libera, sulle colline di Santo Stefano Belbo (1946). Non mancano le testimonianze di ribelli e familiari, alcune particolarmente toccanti. Molti i dati che aiutano a comprendere la consistenza del movimento che ha preso parte alla Resistenza.
Renosio, che si sofferma anche sulla giustizia partigiana e la difficile nascita della democrazia, affronta infine nell’ultimo capitolo (“Miti”) i temi della retorica resistenziale e della controstoria antipartigiana, offrendo una riflessione costruita “senza tabù o reticenze – dice – ma con rigore, onestà intellettuale e in modo documentato: come sempre abbiamo fatto”.