Il gruppo di esperti che affiancherà la Giunta regionale per la gestione della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus in Piemonte si è insediato il 21 aprile nella sede dell’Assessorato regionale alla Sanità, alla presenza del presidente Alberto Cirio e dell’assessore Luigi Icardi,
Il coordinatore Ferruccio Fazio, già ministro della Salute e oggi sindaco di Garessio, ha rilevato come l’emergenza renda indispensabile agire immediatamente sul fronte della medicina territoriale attraverso un percorso condiviso con tutti gli interlocutori del comparto, dai medici di medicina generale, agli infermieri, ai nuovi operatori delle Usca. Negli interventi degli altri componenti (Giovanni Di Perri, responsabile delle Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, Pietro Presti, coordinatore straordinario per il Coronavirus dell’Asl di Vercelli ed esperto in management strategico, innovazione nel settore sanitario e scienze della vita, Massimiliano Sciretti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Torino, Alessandro Stecco, neuroradiologo e presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale) è stato posto in primo piano il ruolo centrale di medici di medicina generale, pediatri, farmacisti, sistema di continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali per teleconsulenze, Usca, assistenza domiciliare programmata, ambulatori e sale di attesa, igienisti, epidemiologi, telemedicina e telemonitoraggio. Del gruppo di lavoro farà anche parte Paola Brusa, segretario dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Torino.
“Come da indicazione del presidente Cirio – ha sintetizzato Fazio – entro luglio presenteremo un piano organizzativo applicabile operativamente già a settembre. Nell’immediato, forniremo alla politica delle indicazioni tecniche e scientifiche sulle misure di contenimento sociale, in vista della scadenza del 3 maggio”.
Gli obiettivi
L’obiettivo che la Regione ha assegnato al gruppo di lavoro è infatti analizzare e certificare le carenze strutturali che l’emergenza Coronavirus ha messo in luce sul sistema sanitario piemontese e da lì ripartire per costruire una strategia che rivolga particolare attenzione alla medicina di territorio e al corretto rapporto tra assistenza ospedaliera e territoriale.
Secondo il presidente Cirio, “accanto a una Fase2 per l’economia al Piemonte serve anche una Fase2 per la sanità. Dobbiamo fare un’analisi accurata delle carenze strutturali: oggi che le ferite sono ancora aperte siamo in grado di capire dove il sistema necessita di maggiori interventi, e da lì ripartiremo per costruire una reale medicina di territorio. Parlo di costruire e non di ricostruire, perché la grande carenza in questa pandemia è stata la rete organizzativa di medicina territoriale. Dobbiamo progettare il ritorno alla regolare attività delle nostre strutture ospedaliere, ma ancor di più elaborare un programma per costruire un reale rapporto ospedale-territorio”.
L’assessore Luigi Icardi rileva che “insieme predisporremo un programma non solo di medio e lungo periodo, ma anche immediato, per essere pronti ad affrontare l’evolversi di questa pandemia e una nuova emergenza se dovesse ricapitare a breve. Le criticità strutturali che il sistema ha mostrato nella sua organizzazione territoriale e l’esperienza maturata, in questo momento di enorme emergenza, saranno la base su cui costruire il futuro della sanità piemontese”.