Le imprese artigiane, che rappresentano l’ossatura del sistema economico e produttivo del nostro Paese, contano a livello nazionale, a fine marzo 2020, poco meno di 1,3 milioni di realtà imprenditoriali, concentrate in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, regione in cui il peso delle aziende artigiane sul totale delle imprese si attesta al 27%.
Il primo trimestre del 2020 non consegna di certo un quadro incoraggiante, le criticità che hanno penalizzato le imprese italiane hanno avuto un impatto ancora più negativo sul comparto artigiano. Tutte le regioni, infatti, hanno segnato una contrazione, più o meno intensa, della base imprenditoriale.
Per quanto riguarda più specificatamente il Piemonte, nei primi tre mesi del 2020, la dinamica registrata dalle aziende artigiane (-0,92%) è risultata lievemente più negativa sia rispetto a quanto evidenziato dal tessuto imprenditoriale regionale nel suo complesso (+0,82%), sia rispetto al risultato evidenziato da comparto artigiano nazionale (-0,84%).
“Le imprese artigiane sono le più fragili e le più destrutturate del nostro sistema imprenditoriale, quelle più penalizzate negli ultimi anni dalle fasi congiunturali negative e da politiche economiche di sostegno non adeguate: ne abbiamo perse quasi 21mila in 10 anni. Il risultato dei primi tre mesi del 2020 è purtroppo negativo per tutte le province e per tutti i settori e sconta già le prime ripercussioni dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Dobbiamo attivare subito misure efficaci, immediate e concrete di supporto: accesso al credito semplificato, sburocratizzazione e digitalizzazione” dichiara Ferruccio Dardanello, vice presidente vicario di Unioncamere Piemonte.
Nel periodo gennaio-marzo 2020, sul territorio piemontese sono nate complessivamente 2.398 imprese artigiane. Al netto delle 3.466 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo appare negativo per 1.071 unità, dinamica che porta a 114.595 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine marzo 2020 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.
Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce, come evidenziato sopra, in un tasso di crescita negativo pari al -0,92%.
Se si guarda ai dati di medio-lungo periodo appare chiaro come l’erosione del comparto artigiano, purtroppo, non sia legata a difficoltà esclusivamente congiunturali, ma si sovrapponga ad un quadro generale altrettanto pesante che negli ultimi 10 anni ha visto crollare il numero delle imprese presenti in questo settore. Nel 2010 le aziende artigiane presenti sul territorio piemontese si attestavano a 135.353, dieci anni dopo se ne contano quasi 21mila in meno.
Analizzando il tessuto imprenditoriale artigiano in base alla natura giuridica delle imprese che lo costituiscono, emerge come poco meno dell’80% delle realtà sia formata da ditte individuali, il 15,9% risulti composto da società di persone, mentre solo il 5,1% ha assunto la forma della società di capitale. In termini di dinamica, nel primo trimestre 2020, risultano in crescita solo le società di capitale, che registrano un tasso di crescita pari al +0,59%, le altre forme risultano stazionarie, mentre perdono terreno le società di persone (-1,39%) e le ditte individuali (-0,93%).
Dati negativi si riscontrano nel I trimestre 2020 per tutti i settori. La performance peggiore appartiene al turismo (-1,56%), seguito dall’industria in senso stretto (-1,16%). Il commercio segna un risultato in linea con la media regionale (-0,98%), così come gli altri servizi (-0,91%). Il comparto delle costruzioni e l’agricoltura registrano cali di intensità minore, rispettivamente pari a -0,76% e -0,65%.
Anche disaggregando i dati a livello territoriale non si riscontrano differenze significative. In tutte le province il numero delle imprese artigiane risulta in calo. Verbania e Alessandria, entrambe con un tasso di crescita del -1,07%, evidenziano i risultati peggiori. Asti e Cuneo calano rispettivamente del -1,01% e -0,99%. Torino, che incide con una quota del 51% sul risultato piemontese, registra un tasso del -0,94%. Nel nord-est della regione, infine, le flessioni appaiono meno intense: Novara (-0,77%), Vercelli (-0,64%) e Biella (-0,57%).
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