Una villa da 400 metri quadri con parco, piscina e campi da tennis e calcetto alle porte di Asti, ma anche tre automobili. E’ quanto sequestrato (ai fini della confisca) dai carabinieri di Imperia che coiadiuvati dai comandi dell’Arma di Asti, Villanova e canelli, hanno eseguito 10 misuri cautelari, tre in carcere, tre di sottoposizione agli arresti domiciliari e quattro obblighi di presentazione alla p.g..
Misure cautelari emesse nei confronti di altrettanti soggetti gravemente indiziati, in concorso e a vario titolo, di intestazione fraudolenta di beni al fine di eludere disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali e riciclaggio.
L’operazione appena conclusasi – avviata nel febbraio 2020 – costituisce la naturale prosecuzione dell’indagine “Cops” i cui esiti avevano permesso di documentare l’esistenza di un gruppo di soggetti dediti alla commissione di reati predatori e in particolare di furti in abitazione, tentati e consumati nel 2019, tra la provincia di Imperia e il nord Italia ai danni di persone anziane. La tecnica, che nel tempo aveva fruttato oltre 200 mila euro, era sempre la stessa: il capo della banda, abitante ad Asti, si presentava a casa delle vittime fingendo di essere un poliziotto o un carabiniere dicendo di stare indagando su un giro di banconote false. Diceva poi di dover controllare il denaro il loro possesso per verificare che fosse falso. Le vittime nonesitavano a porre sul tavolo le banconote che il capo della banda a quel punto sosteneva sfossero false, trattenendole e scappando così col denaro. Fuori dagli alloggi lo attendevano due complici a fare da palo.
Lo sviluppo di questa indagine ha permesso di acclalrare come alcuni membri del gruppo, nonostante fossero privi degli ordinari mezzi di sostentamento e non avessero alcun introito lecito, conducessero un tenore di vita al di sopra delle loro possibilità, potendo acquistare – mediante assegni circolari e denaro contante – il bene immobile oggetto dell’attuale sequestro. Dalle investigazioni è emerso inoltre come la loro principale preoccupazione fosse quella di dissimulare l’ingente patrimonio accumulato con le attività illecite, facendo ricorso a vari prestanome, proprio al fine di evitare una misura di prevenzione patrimoniale o il sequestro penale.
In particolare, il capo della “banda”, avvedutosi della presenza di una telecamera posta nei pressi della sua abitazione di Asti, nel giro di pochissimo tempo e con la complicità dei membri della sua famiglia ha trasferito moltissimi oggetti, verosimilmente provento di reato, in altro sito.
“Altrettanto sintomatico è il fatto che gli indagati avessero la consistente disponibilità di denaro da riciclare nell’acquisto di beni voluttuari e autovetture, talvolta intestate a prestanome loro complici, ma in molti altri casi a individui ignari addirittura dell’esistenza del veicolo”, hanno spiegato gli inquirenti.
I carabinieri hanno eseguito una decina di perquisizioni a carico di altrettanti soggetti in abitazioni di residenza, pertinenze e altri luoghi risultanti nella disponibilità degli stessi, sequestrando ai fini della confisca una villa di 400 m2 su tre livelli con annesso parco, piscina, campi tennis e calcetto, sita ad Asti, di proprietà di uno degli indagati, tre autovetture nella disponibilità di alcuni correi, ritenuti compendio di attività criminali.