Nel maggio scorso i carabinieri del nucleo investigativo di Asti avevano sgominato una presunta banda di finti tecnici dell’acquedotto dedita a truffe agli anzini. Diciotto i raggiri allora scoperti alcuni dei quali si configuravano nel reato di rapina visto l’utilizzo di spray urticante accertato poi durante le perquisizioni che hanno permesso di ritrovare delle bombolette.
Nei giorni scorsi gli stessi militari hanno eseguito nuove ordinanze cautelari nei confronti di quattro persone, due di esse già detenute nell’ambito della prima indagine. Le accuse sono le stesse: avrebbero commesso raggiri, ben 13 solo tra maggio e giugno, in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Questa volta la tecnica usata sarebbe stata quella del finto carabiniere. In pratica uno si presentava fingendosi un appartenente all’Arma rassicurando le vittime mentre altri complici erano dentro casa per falsi controlli idrici. Un “passo” in più rispetto alla classica truffa dei finti tecnici che entravano dentro le abitazioni simulando un guasto alla rete idrica domestica e poi con una scusa facevano radunare gioielli e denaro in un luogo sicuro (spesso il frigo) perché i macchinari usati per le verifiche non li contaminassero e approfittando di un momento di distrazione scappavano con il bottino. In questi ulteriori 13 casi accertati dai carabinieri astigiani, quelli veri, la banda avrebbe osato di più usando un falso carabinierie per tranquillizzare le vittime.
Questi ultimi episodi si sono verificati tra Asti, Bruno, Castell’Alfero, Camerano Casasco, Neive, ma anche nel Vercellese, nel Pavese, in provincia di Alessandria e di Reggio Emilia.
Anche in questo caso alcune truffe avrebbero tutti i connotati della rapina o del furto.
Nel complesso i proventi delle attività illecite si aggirano intorno ai 100 mila euro.
Nei guai, raggiunti da ordinanze di custodia cautelare in carcere, sono finiti
Roberto Vinotti, 40 anni, già detenuto per questa causa, Emanuel Olivieri, 40 anni, anche lui già detenuto per questa causa, Angelo Vinotti, 38 anni, residente ad Asti, e Samuel Massa, 39 anni, residente a Torino. Sono ritenuti responsabili a vario titolo di fare parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine pluriaggravate.