La quaresima si apre in un tempo in cui i segni di morte sembrano prevalere: guerre, violenze, crisi economica, incertezza per il futuro.
Questa quaresima può essere un tempo opportuno per passare dalla morte alla vita, per uscire cioè da tutti quei meccanismi personali e comunitari che producono morte.
Si tratta dunque di iniziare a vedere la realtà per ciò che essa è, a non aver paura a chiamare le cose con il loro nome: a chiamare i miei peccati, peccati, le mie debolezze, debolezze. Può essere un tempo in cui ci facciamo toccare più profondamente dal grido di chi soffre ed è oppresso, magari superando tutti quegli slogan e quelle ideologie che alla fine ci rendono indifferenti.
Passare dalla morte alla vita significa coltivare dentro di noi il desiderio di una vita nuova e di un mondo nuovo, significa cioè aprirci alla speranza e non lasciarci andare alla disperazione.
La quaresima è tempo di vita perché è tempo in cui ascoltiamo più intensamente Dio che ci parla.
Così dice Papa Francesco: “È tempo di agire, e in Quaresima agire è anche fermarsi. Fermarsi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano, in presenza del fratello ferito. L’amore di Dio e del prossimo è un unico amore. Per questo preghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà. Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne e compagni di viaggio.”
In questa quaresima daremo avvio alla prima tappa del giubileo del 2025 con l’anno della preghiera. Fra le molte occasioni di preghiera già presenti in diocesi, segnalo che presso il Santuario diocesano della Madonna del Portone verrà proposto, ogni primo sabato del mese, un cammino di preghiera dal titolo: “Quando pregate dite…”
Il cammino di conversione dalla morte alla vita oltre che personale dovrà essere anche comunitario. Così ancora Papa Francesco: “La Quaresima sia anche tempo di decisioni comunitarie, di piccole e grandi scelte controcorrente, capaci di modificare la quotidianità delle persone e la vita di un quartiere: le abitudini negli acquisti, la cura del creato, l’inclusione di chi non è visto o è disprezzato. Invito ogni comunità cristiana a fare questo: offrire ai propri fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; darsi il tempo per verificare la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore.”
Il gesto di solidarietà che, come diocesi, quest’anno proponiamo, si rivolge alle comunità cristiane della Palestina e di Israele a cui, attraverso Caritas Gerusalemme, vogliamo far giungere un segno concreto di condivisione offrendo loro ciò di cui hanno bisogno in questo tempo terribile di guerra e distruzione.
Mettiamoci dunque in cammino, prendiamo sul serio questo tempo di conversione, per passare dalla morte alla vita, per arrivare pronti alla Pasqua quando celebriamo la definitiva sconfitta della morte e del peccato e, nella risurrezione di Gesù, ci verrà donata vita nuova, vita piena.
Vi benedico
+ Marco