Il commento al Vangelo di domenica 2 giugno 2024: Io sono Pane Vivo (Mc 14,12-16. 22-26) a cura di Giovanna Murzi
Questa domenica ricorre una delle feste più importanti per noi cristiani: il Corpus Domini. In questa giornata, il vangelo ci offre un’immagine vivida della scena dell’ultima cena, un momento immortalato da innumerevoli artisti nel corso dei secoli. È proprio in questa occasione che il Figlio di Dio sceglie di consegnarsi a noi, stabilendo un legame eterno attraverso un gesto di amore e sacrificio.
Ogni volta che partecipiamo a una celebrazione eucaristica, il primo nutrimento che riceviamo è quello della Parola di Dio. In aggiunta, Dio, nella Sua infinita saggezza, sa che come esseri umani abbiamo anche bisogno di gesti concreti e tangibili. Quale segno più concreto poteva lasciarci se non quello di rivivere, ogni volta, la trasformazione del pane e del vino, frutti del lavoro dell’uomo, nel Suo Corpo e Sangue donati per noi?
Gesù è colui che è con noi e tra noi ogni volta che viene celebrata la Messa. Questo mistero profondo e meraviglioso ci assicura la Sua presenza costante, non solo spiritualmente, ma anche fisicamente. È un segno tangibile del Suo amore incondizionato e della Sua volontà di essere sempre vicino a noi, accompagnandoci nel nostro cammino di fede.
Come esseri umani, abbiamo bisogno di rassicurazioni, di sapere che non siamo soli. Il gesto eucaristico di Gesù risponde a questa necessità fondamentale, offrendoci una certezza che va oltre le parole. Ogni volta che riceviamo l’Eucaristia, riceviamo la garanzia della Sua presenza, del Suo amore e del Suo sacrificio per noi.
In questa festa del Corpus Domini, siamo chiamati a riflettere sul grande dono dell’Eucaristia e a rinnovare la nostra gratitudine per la presenza reale di Cristo tra noi. È un’opportunità per riscoprire la profondità del mistero eucaristico e per lasciarci trasformare da esso, diventando sempre più consapevoli dell’amore di Dio che si manifesta in ogni celebrazione liturgica.