Il commento al Vangelo di domenica 12 maggio 2024: Sono un Cristiano Credente e Credibile? (Mc 16,15-20) a cura di Lorenzo Giaretto
Oggi la Chiesa celebra l’Ascensione di Gesù in cielo e in questa pagina di Vangelo assistiamo ad una delle manifestazioni più evidenti della natura divina di Gesù agli occhi dell’uomo. Mi colpisce che Dio, tramite i segni compiuti da Cristo, manifesta apertamente il grande progetto che ha per l’umanità, non lo nasconde, ma anzi permette all’uomo di scorgere che la morte è vinta per sempre e che ad attenderlo c’è la salvezza.
Prima dell’Ascensione, Gesù rivolge agli Undici una preziosa esortazione a non tenere per sé la gioia del Vangelo e del suo annuncio, ma a farla conoscere a tutti. È un messaggio estremamente concreto e percepisco in queste parole una fretta, ben diversa però dalla frenesia umana: l’atteggiamento di chi sa che il Bene non può attendere, come Maria che, dopo l’annuncio dell’angelo, “si alzò e andò in fretta” da sua cugina Elisabetta. Dio arde dal desiderio che il suo amore raggiunga tutti, nessuno escluso, ed è straordinario che, per perseguire ciò, si serva degli uomini che già sono stati toccati dalla fiamma di quell’amore. Gesù promette agli apostoli che nel suo nome potranno compiere prodigi, e anche san Paolo scriverà: “tutto posso in colui che mi dà forza”. Questa promessa giunge anche a noi oggi: un mandato a renderci strumenti di questo annuncio. Chiediamoci allora: sto tenendo il dono della fede solo per me oppure mi sento inviato? La mia vita è testimonianza di quell’Incontro che l’ha cambiata? Sono un cristiano “credibile”, oltre che “credente”?