E’ un lento stillicidio di saracinesche che si abbassano per non rialzarsi più. A volte su fogli A4 si mettono insieme due parole di commiato, saluti alla clientela, quasi ci si sentisse in dovere di tentare una spiegazione o di scusarsi, come accadde per il Bar Speedy alcuni mesi fa (“… a causa di un affitto troppo alto che non ci permette di continuare a lavorare nel migliore dei modi”). Altre volte si chiude dall’oggi al domani, e per qualche giorno gli avventori abituali restano nel dubbio prima di farsene una ragione: il bar o il negozio di fiducia, non riaprirà. Fogli di giornale sulle vetrine, un didascalico cartello “Cessata attività”, messaggi di “Affittasi” o “Vendesi” con il numero di un’agenzia di intermediazione immobiliare. O lucchetti alle inferriate che via via si allentano o che qualcuno forza, come nell’ex McDonalds di piazza Alfieri. Piazza Alfieri, sì, il cuore di Asti: perché nessuna zona è risparmiata dalla crisi del commercio, neanche il corso principale, o le piazze limitrofe. Come un morbo che aggredisce dalla periferia al centro, necrotizzando i gangli vitali della città. Sulla Gazzetta d’Asti in edicola a partire da venerdì 3 maggio 2013. MN