A Doha, in Qatar, il Comitato Unesco ha inserito i Paesaggi Vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato tra i Siti Culturali Patrimonio dell’Umanità. Le zone selezionate per l’importante sigillo rappresentano la bellezza del paesaggio vitivinicolo piemontese e l’eccezionale valore della sua cultura del vino, che ha nei secoli modellato il paesaggio. E’ stata definita un’ampia buffer zone di circa 76.000 ettari che racchiude le sei componenti e coinvolge oltre 100 territori comunali. Un grande coinvolgimento di territorio del vino che si estende in oltre 10.780 ettari di territorio, con sei componenti principali: – La Langa del Barolo – Le colline del Barbaresco – Il Castello di Grinzane Cavour – Canelli e l’Asti Spumante – Nizza Monferrato e il Barbera – Il Monferrato degli Infernot Sulla pagina fan dell’ente TuLangheRoero su Facebook si legge un resoconto interessante della proclamazione di oggi: “Adesso che ci è passata un po’, possiamo raccontare come è andata. Il commissario francese dell’Icomos ha raccontato in breve ma efficacemente la nostra terra. Poi avrebbe dovuto esserci la discussione. Il delegato tedesco è partito dritto per dritto indicando l’Italia come il campione del mondo dell’Unesco. E dicendo che noi siamo un ottimo esempio del perché solo l’Italia ha 50 siti. Il Croato chiede informazioni. Ops, non era previsto. Vuole sapere se oltre a fargli vedere foto di vigneti dopo può assaggiare qualcosa… Il cerimoniale rigidissimo dell’Unesco galleggia a malapena in un calice di Asti Spumante per poi annegare in un magnum di Barolo o di Barbaresco. La Sceicca che presiede l’Assemblea spiega che se nessuno ha altri complimenti da fare va bene così. Le Langhe, il Roero e il Monferrato diventano Patrimonio Mondiale dell’Unesco. E’ scatta la festa. È andata così”.