È online, sulle principali piattaforme streaming, la seconda stagione del podcast ‘Cyclo Ergo Sum’, ideato e realizzato da Francesco Gozzelino, autore dell’omonimo blog www.cycloergosum.com, in collaborazione con GIVI-Bike. 

In questa nuova stagione di dieci puntate, il cicloviaggiatore sarà in compagnia di tanti altri viaggiatori e viaggiatrici, che condivideranno aneddoti, riflessioni e consigli tratti dalle proprie avventure, esplorando il vasto mondo di cicloturismo e bikepacking.

Incuriositi dalla sua passione per le due ruote lente, abbiamo posto a Francesco alcune domande di approfondimento.

Raccontaci qualcosa di te

“Mi chiamo Francesco, ho 35 anni e vivo a Costigliole d’Asti. Mi sono laureato in Lingue e Letterature Straniere e, dopo esperienze lavorative in altri campi, ho trovato la mia dimensione nell’outdoor. Oggi sono freelance, blogger e divulgatore di informazioni legate al mondo della bici, oltre che cicloviaggiatore. Se penso alla mia primissima bicicletta, di colore rosa, sorrido nel ricordare i disperati tentativi per farmi scegliere una sofisticata MTB; io preferii invece un mezzo semplice, coloratissimo, quasi determinando ante litteram la mia propensione alla lentezza, alla scoperta, al non esageratamente tecnico. Durante gli studi a Pavia, la bicicletta era per me l’unico mezzo di trasporto. Poi un giorno un amico mi coinvolse nel nostro primo viaggio in bicicletta, sulla Ciclovia della Drava, che attraversava Italia, Austria e Slovenia e all’improvviso quell’aggeggio d’acciaio smise di essere un mezzo di trasporto e diventò esso stesso la nostra vacanza, il nostro strumento di scoperta del mondo, di noi stessi.”

Che preparazione richiede un viaggio in bicicletta?

“Organizzare un viaggio richiede molto impegno, che inizia nel momento in cui lo si concepisce. Mi piace moltissimo studiare il territorio e tracciare le cartine, perché è come iniziare a viaggiare ben prima di muovere il primo colpo di pedale. Io non seguo un particolare piano di allenamento fisico, semplicemente vado in bici durante tutto l’anno e cerco sempre di conoscere a fondo il mio corpo e i segnali che mi dà. Col tempo, oltre a ‘fare la gamba’, ho imparato quali sono i miei limiti fisici e quindi cerco di tarare le tappe in base alla mia personale resistenza. La scelta dell’attrezzatura è fondamentale e, col tempo, mi sono avvicinato all’arte del bikepacking, ovvero il trasporto del solo essenziale per il viaggio, come un buon set di borse bikepacking. In questo gioca un ruolo essenziale la linea Adventure del team GIVI-Bike, che da anni mi supporta in questa avventura; sono il loro ambassador e tester, poiché nei miei viaggi porto i loro prodotti, che non staccherò più dalla bici, poiché li reputo ideali, innovativi e sicuri, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.”

Quali sono le principali difficoltà che affronti nei tuoi viaggi?

“Durante ogni viaggio bisogna trovare l’equilibrio. Se si ha fretta di arrivare o se non si ha la pazienza di vivere ciò che ci accade, si snatura il senso del viaggio e della scoperta. Quando troviamo il giusto ritmo, siamo anche capaci di trarre grandi soddisfazioni dalle cose semplici, in una sorta di ritorno alle origini, dove i bisogni sono pochi ma essenziali. Trovare il posto migliore per piantare la tenda, superare una salita al ritmo giusto, fermarsi a contemplare un paesaggio con lo stupore e la commozione negli occhi, sono piccole grandi conquiste del viaggio in bici.”

La tua famiglia appoggia questa scelta di vita?

“Lasciare il posto fisso e far comprendere alla famiglia e al mondo questa scelta di vita e anche professionale è stata un’impresa più ardua dei viaggi in bici più tosti. I miei familiari inizialmente non approvavano il mio modo di viaggiare, anche perché lo ritenevano più pericoloso di altri. Col tempo, però, hanno capito che il mio daimon sono l’avventura, la scoperta e il ritmo lento ed ora mi seguono, con un tifo quasi da stadio.”

Qual è il viaggio che più ti è rimasto nel cuore? 

“Nello scegliere quale viaggio mi sia rimasto nel cuore, posso solo rispondere: tutti, ciascuno a proprio modo. Ci sono quelli in solitaria, dove i pensieri fluiscono liberi, quelli in coppia, test più ardui di un pomeriggio all’Ikea, quelli di gruppo, dove si scopre o si riscopre un luogo attraverso lo sguardo collettivo. Ricordo la pedalata da Poggio Mirteto (RI) a Canicattì (AG), insieme alla mia compagna Martina, come un viaggio di scoperta e dal fascino unico. Quando alla gente incontrata lungo la strada menzionavamo luogo di partenza e di arrivo, c’era chi storceva il naso, sorrideva o vedeva lontana e inarrivabile quella destinazione; tuttavia, man mano che ci si avvicinava, Canicattì è divenuta reale e chi ci sentiva menzionarla come tappa finale non si poneva più in tono scherzoso ma ci interrogava sul perché avessimo scelto proprio quella meta. Lì abbiamo imparato quanto è forte il ruolo del viaggio nell’aprire la mente, superare il pregiudizio, spostare un po’ più in là la zona di comfort, ampliare la concezione di distanza e fatica.”

Come è nata l’idea di un blog di cicloturismo e come si è evoluta in podcast?

“Ho concepito l’idea di Cyclo Ergo Sum (pedalo e quindi sono) guarda caso pedalando. Con i primi viaggi ho iniziato ad acquisire competenze e da subito ho notato nella gente grande interesse ma anche confusione su vari temi, dall’attrezzatura alle destinazioni, da cosa portare con sé a come trasportare il bagaglio. Attraverso il mio blog, il canale YouTube ed i social, cerco di dare risposta a tutte queste domande, diffondendo informazioni su cicloturismo e viaggi in bicicletta. Il podcast è stato da subito una costola importante del blog, nato per documentare il viaggio a Canicattì. Ogni giorno di pedalata registravo una puntata, condividendo a caldo il racconto della giornata, condito da aneddoti, impressioni e sensazioni. Queste prime 40 puntate sono state molto apprezzate e GIVI-Bike ha preso a cuore il progetto, tanto da supportare la realizzazione di una seconda stagione nella quale, con l’aiuto di altri cicloviaggiatori, abbiamo realizzato interessantissime interviste con differenti punti di vista su organizzazione, attrezzature, sensazioni e filosofie di vita e viaggio. Il format è già un successone e probabilmente seguirà una terza stagione, nella quale tratterò argomenti quali gravel, eventi bikepacking e trail.”

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Sono da poco rientrato da un’avventura in bici a Lanzarote, una delle Isole Canarie. Con il Lanzarote Bikepacking Experience, abbiamo accompagnato un gruppo di persone in un viaggio in bikepacking. Visto il successo e le richieste, abbiamo deciso di lanciare una nuova data e chissà che non arrivino altri viaggi di gruppo organizzati. Per quanto riguarda le prossime avventure, pedalerò numerosi bike trail, principalmente in Italia ma mi piacerebbe anche percorrere il tracciato della Trans Germany o l’incredibile percorso permanente chiamato Montañas Vacías, in Spagna.”

Quale consiglio ti senti di dare a coloro che si approcciano a questo mondo?

“Se desiderate scoprire il mondo o voi stessi, oppure semplicemente ripulire i pensieri sulla centrifuga a pedali, dovete provarci. Prendete la bici e fate una bella pedalata in famiglia, in coppia o con amici, anche solo dietro casa, oppure come saltuaria alternativa all’auto. La bicicletta non è semplicemente un aggeggio d’acciaio che serve per spostarsi ma è una validissima macchina del tempo e una potentissima poltrona per riflettere e riscoprire le priorità, i valori e il valore del proprio tempo. Un consiglio per tutti? Uscite e fatevi una pedalata, poi ne riparliamo!”

Stefania Castino