Nella mattinata odierna si è svolta, presso la Sala Consiliare della Provincia, la cerimonia istituzionale, organizzata dalla Prefettura per la ricorrenza del Giorno della Memoria, istituito con la legge n. 211 del 20 gennaio 2000 al fine di ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte e coloro che, opponendosi al progetto di sterminio, hanno messo a rischio della propria vita proteggendo i perseguitati.
All’evento, condotto dal giornalista astigiano Beppe Rovera, hanno preso parte le massime Autorità provinciali nonché una rappresentanza di studenti astigiani.
Dopo i saluti del Presidente della Provincia Maurizio Rasero e del Prefetto Claudio Ventrice si sono susseguiti gli interventi del prof. Ermanno Morando e degli studenti della 5aA del Liceo Artistico “Benedetto Alfieri” di Asti, che hanno presentato “L’arte di resistere”, parte del più ampio progetto “Il valor militare nelle due guerre mondiali ad asti e provincia. Un approccio artistico, tecnico, umanistico” promosso dalla Federazione di Asti dell’Istituto del Nastro Azzurro tra gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
In particolare, Sara Alberio, Mirko Broccardo, Valentina Deambrogio, Greta Grace Degiovanni, Stefano Della Libera, Serena Frassetto, Silvia Gozzelino, Larisa Hagiu, Carmela Lauricella, Clara Meriano e Martina Novello hanno offerto il loro contributo condividendo disegni e personali riflessioni sul tema della prigionia dei militari italiani in Germania nella Seconda Guerra Mondiale, attraverso la presentazione di originali lavori sviluppati sulla base delle specifiche competenze maturate durante il loro percorso di studi.
A seguire, il Prefetto, accompagnato dai Sindaci di Asti, Bubbio, Calliano Monferrato e Castell’Alfero, ha consegnato le Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica ai familiari di Eugenio Cussotto, Pietro Dadone, Alfredo Galardo, Luigi Gerolla, Vilmo Maschio, Guido Negro, Carlo Pippione, Sergio Surano, Ferdinando Tosello e Secondo Viarengo, dieci internati militari italiani, non più in vita, che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 furono deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.