Stefano Accornero, classe 1998, di Refrancore, ha preso i voti sabato 18 maggio in Cattedrale, in occasione della Santa Messa presieduta dal vescovo Marco Prastaro, con la presenza del vescovo emerito Francesco Ravinale e sacerdoti della Diocesi di Asti e di Torino. Una vocazione convinta e amata, che ha segnato l’inizio di una nuova vita consacrata al Signore e al prossimo.
Don Stefano, cosa si prova a essere chiamati così?
“Non è una novità, già dal diaconato mi chiamano così. All’inizio un po’ mi ha fatto effetto, ma non troppo. Che mi chiamino Ste, Stefano o Don, mi diano del tu o del lei, non presto attenzione ai titoli”.
Qual è stato il momento più toccante di sabato?
“Ho vissuto la prostrazione come una lotta, tra l’appartenere a Cristo o al mondo. Lì prostrato come un morto, davanti all’altare, mi sono detto: «Qui scelgo di morire al mondo e di vivere in Cristo». Ho iniziato a piangere verso la fine della prostrazione. Però il momento più toccante è stato l’imposizione delle mani da parte del vescovo e dei sacerdoti”.
Come ti sei preparato al tuo “Sì”?
“Una preparazione remota e una preparazione prossima. La prima: una vita di amicizia con il Signore, cercarlo nella confidenza delle giornate, scoprirlo amico nascosto nella mia quotidianità. La seconda: tre settimane fa ho vissuto gli esercizi spirituali con il mio rettore don Giorgio e la settimana scorsa la settimana comunitaria con i Giovani della Pastorale Giovanile. Con loro ho condiviso un’esperienza di fraternità e davanti agli occhi ho visto il volto di una Chiesa per cui dono la vita. Mi sono sentito abbracciato, fortunato, amato”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 24 maggio 2024
Federica Bassignana