Asti Teatro 46 chiude in bellezza con l’attesissimo spettacolo “Michelangelo da Caravaggio – A Rock Musical” di e con il nostro Fabrizio Rizzolo, sabato alle 21.30 all’Alfieri. 

Ma non finisce qui, oltre a Rizzolo, gli astigiani nel cast sono Isabella Tabarini, Marianna Bonansone e Susi Amerio.

Il musical, che debutta proprio ad Asti in prima nazionale, è il frutto di un lavoro certosino di consultazione di esperti, di lettura testi, visione documentari e film, di un’indagine profonda sull’uomo Michelangelo Caravaggio: un’artista enorme, un vero rivoluzionario, un uomo al centro di intrighi di potere e sotterfugi vari.

Siamo desiderosi di sapere dal protagonista le anticipazioni di questa sua ultima fatica artistica.

Da cosa è nata l’idea di fare un musical su Caravaggio?

“Da almeno 10 anni io e Fulvio Crivello, regista del nostro Valjean, abbiamo l’idea fissa di scrivere un musical su Caravaggio. È incredibile come una storia così affascinante non sia stata ancora stata raccontata attraverso un musical, attraverso l’emozione della musica e del teatro insieme. Michelangelo Merisi è un personaggio profondo, tormentato e assolutamente straordinario. Non puoi non farne un musical”.

Che cosa l’ha colpita di più di Caravaggio?

“Una prima impressione ci restituisce l’immagine di un artista “maledetto”, forse addirittura disturbato. In realtà troppe cose sono state narrate senza tenere conto del contesto storico e degli interessi che c’erano dietro alla figura di un artista rivoluzionario come Caravaggio.Michelangelo Merisi è in realtà un personaggio di estrema umanità, messo alle corde da un sistema malato”.

Nello spettacolo prevale la figura del Caravaggio artista o quella dell’uomo?

“A noi della Golden Ticket Company piace sempre raccontare le persone prima di tutto. In questo caso ovviamente non è possibile né auspicabile trascurare l’enorme impatto artistico che ha avuto, e ha tuttora, Caravaggio. Anche perché attraverso la sua pittura provocatoria e trasgressiva ha ruggito attraverso i secoli con la forza che solo uomini quali Giordano Bruno e Galilei (che lui conobbe) hanno avuto. Mesi di ricerche hanno portato a una stesura razionale, intrigante, suggestiva ma soprattutto sorprendente ed emotiva”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 28 giugno 2024

Massimo Allario