Classe 1988, Jacopo Perosino è cresciuto ad Asti con una palla da basket in mano, ma dopo gli studi universitari in Giurisprudenza ha deciso di dedicarsi interamente a due grandi passioni: la musica e il teatro. Nel 2011 ha esordito all’interno del festival “A sud di Nessun Nord” con alcuni varietà e improvvisazioni di teatro-canzone. Il 2012 è l’anno in cui avvia il collettivo musicale-teatrale Noàis, con cui registra l’ep “Lanterne” e scrive il monologo “Figli del ‘68”, andato in scena ad Asti Teatro 35. 

Con il brano inedito “Levante” nel 2015 ha vinto il premio “Colline di Torino-InediTo”, mentre il primo album solista “Retrò” esce nel 2019 e si aggiudica la Targa Tenco.

Nel 2022 pubblica il suo secondo album, “B.I.S.”, e si dedica alle musiche della “piéce” “The Walrus”, tratta dai diari giovanili di John Lennon. Il suo ultimo Ep, “Estramenia”, è uscito il 17 novembre, e contiene cinque brani: “La rivoluzione terrestre”, “Hanno ucciso Colapesce”, “Garofani Rossi”, “+Fragile” e “Canzone da Muri”. 

A sei mesi dall’uscita del disco, può fare un bilancio?

“Sono molto contento delle opportunità che questo disco mi sta dando, come il fatto di parlarne a ridosso della Festa dei Lavoratori, giornata per me estremamente importante. In questi mesi mi sono chiuso in studio e ho preparato un live, che suonerò per la prima volta il 31 maggio a Torino, ai Bagni Pubblici. Per me, che sono completamente indipendente e non ho un’etichetta alle spalle, non sempre è facile organizzare i live, ma ho già alcune proposte in ballo per l’estate”. 

Estramenia è un titolo affascinante e dalle radici antiche. Cosa significa per lei?

“Estramenia” (extra mœnia) è ciò che esiste fuori dalle mura, al di là di un luogo recintato, protetto. Qualcosa di libero, indomabile, selvatico, autarchico, facilmente attaccabile e criticabile. In epoche antiche ciò che era fuori dalle mura sfuggiva alle regole, là non vigeva nessuna legge se non quella percepita come giusta da reietti, delinquenti, blasfemi e senza-patria. Dentro le mura tutto nasce, cresce, si modifica e muore con ordine e classificazione. Fuori invece tutto si perde nei miti e nei racconti tramandati, il reale sfuma e diventa anarchico”.

Che disco è Estramenia?

“È un grande salto fuori dalla zona di comfort. C’è una buona dose di impegno civile e do voce a storie che mi perseguitano da quando sono ragazzo. Parlo di persone e personaggi che hanno superato la linea di confine tra ciò che andava fatto e ciò che gli altri si aspettavano facessero. Anche a livello musicale mi sono divertito a mescolare e sperimentare. Per fortuna non ho limitazioni dal punto di vista discografico”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 31 maggio 2024

Elena Fassio