Domenica pomeriggio alle 15 al Teatro Alfieri avrà luogo la presentazione in anteprima del nuovo cortometraggio del regista astigiano Gianni Miroglio, che torna a dirigere con “Vita Nova”. Questa opera promette di stupire il pubblico grazie alla sua trama intrigante e fantasiosa. Dopo il successo di “Venere mobile”, Miroglio si avventura in un progetto che si discosta dal precedente, pur mantenendo alcuni tratti distintivi. 

Il regista stesso definisce “Vita Nova” un “noir delicato”, adatto a tutti.

“È un genere che combina suspense e mistero senza ricorrere a scene forti o violente”, spiega Umberto Ferrari, storico del cinema ed assistente alla regia.

“Il mio nuovo film si differenzia dai miei lavori precedenti, affrontando temi che guardano al futuro, anche se non sempre sono d’accordo con le visioni più radicali – racconta Miroglio. – L’idea è emersa da una riflessione sulla contemporaneità e sulle innovazioni tecnologiche, focalizzandosi non tanto sul loro valore intrinseco, ma piuttosto su come vengono impiegate e sfruttate. La trama ruota attorno a uno scienziato eccentrico che combina conoscenze sciamaniche dell’Amazzonia, elementi della cultura di Dante e tecnologie moderne come l’intelligenza artificiale. Le riprese hanno messo in risalto le location più affascinanti di Asti. Il cortometraggio presenterà angoli del centro storico, il Teatro Alfieri (con riprese mai viste prima dai tetti), scene del Palio e del Festival delle Sagre. Tra le altre location, si distinguono la biblioteca comunale e il Bosco dei Partigiani, evidenziando il profondo legame dell’opera con il territorio astigiano. È un progetto che unisce elementi tradizionali e futuristici, mettendo in risalto la nostra città e mescolando attori affermati con talenti emergenti. Non vedo l’ora che il pubblico possa vederlo e scoprire questa nuova creazione che abbiamo realizzato.”

Il cast è composto da Mario Nosengo e dalla debuttante Serena Zimolo, una ballerina e modella che sta affrontando il suo primo ruolo da attrice. La semplicità, l’eleganza, la dolcezza ed il talento di Serena hanno entusiasmato tutti. 

“Lavorare a questo film è stata un’esperienza molto coinvolgente – racconta Nosengo – ed anche molto formativa, poiché l’argomento è affascinante e particolare, trattato con un’atmosfera di grande leggerezza, dato che siamo tutti amici. Mi è sembrato di far parte di una grande famiglia artistica e sono sicuro che molti di noi diventeranno amici anche nella vita reale. Alcuni lo sono già, ovviamente. L’argomento è interessante perché inizia in un modo e poi si evolve verso una trama completamente diversa, passando da una situazione leggera a qualcosa di molto più profondo. Mio figlio Francesco ha assistito per 3 giorni alle riprese. Gianni Miroglio, ci faceva ripetere le scene più volte, nonostante magari venissero già bene al primo tentativo, una dimostrazione della serietà e della passione che ci ha messo”.

Serena Zimolo aggiunge: “Questa è stata la mia prima esperienza recitativa al di fuori dell’ambiente protetto dell’accademia, e l’ho trovata stimolante e nuova. Ho potuto esprimermi anche con il ballo. Mi è piaciuto il fatto che si si sia proceduto passo dopo passo, senza sapere esattamente dove ci avrebbe portato la storia. Ha preso una piega interessante, quasi horror, che non mi aspettavo. Lavorare con Mario è stato piacevole, ci siamo divertiti molto e abbiamo creato una buona sintonia, cosa che inizialmente mi preoccupava un po’. Sono felice di questa esperienza e dell’atmosfera che si è creata sul set.”

“Collaboro con Gianni Miroglio da quarant’anni – ci rivela il musicista Danilo Amerio – abbiamo visionato il film assieme ed abbiamo cercato la musica che rispecchiasse la trama, un po’ noir…un mio vecchio pezzo “L’amore ha un altro colore” è diventato il leit-motiv, di tutta l’opera, compare in varie situazioni ed alla fine ci sarà tutto il brano completo. Paolo Conte si è innamorato di questo brano e lo ha consigliato vivamente”.

“È stata un’esperienza intensa ma gratificante – rimarca l’aiuto regista Susi Amerio – I ritmi sono stati frenetici, con le riprese condensate in una settimana, nonostante la velocità, è stata una bellissima opportunità. Avendo già collaborato lo scorso anno su “Venere mobile”, conoscevo meglio i tempi e il metodo di lavoro. Quell’esperienza mi ha preparata, e quest’anno mi sentivo più pronta e sul pezzo. Con Gianni Miroglio la conoscenza e la collaborazione è quarantennale, a partire da “Ritorno ad Itaca”.

Alla riuscita del corto hanno collaborato una quindicina di persone: oltre a quelli già citati , ricordiamo il direttore della fotografia Edoardo Nervi, la fonica Concetta Pistorio,  la truccatrice Gloria Corradino e  gli effetti speciali di Bruno De Lazzari, la scenografia di Pasquale Barbano e la produzione esecutiva di Riccardo Costa.

Massimo Allario