HUMANDROID Regia: Neill Blomkamp Interpreti: Sharlto Copley, Dev Patel, Sigourney Weaver, Hugh Jackman In un futuro, dove a mantenere l’ordine è preposta una forza di polizia oppressiva meccanizzata, un agente droide, Chappie, viene rubato e riprogrammato, trasformandosi nel primo robot con la capacità di pensare autonomamente. Il libero arbitrio si rivelerà per lui un’esperienza nuova e appassionante, ma l’impossibilità di essere manipolato lo farà vedere agli occhi delle autorità come un pericolo. Nel 2009 il primo lungometraggio di Neill Blomkamp, “District 9”, sempre di fantascienza, aveva avuto una vasta risonanza per la qualità e le tematiche affrontate, che vedevano alieni pacifici, sbarcati sulla terra, reclusi in una sorta di campo profughi e un umano che per una mutazione si trasformava progressivamente in uno di loro. Con “Humandroid”, il regista compie una sorta di percorso inverso, con un non umano che acquisisce i sentimenti e gli stati d’animo di una persona. Questa fantascienza umanitaria, sensibile alla diversità e alle discriminazioni, è una delle caratteristiche di Neill Blomkamp, e forse non a caso, perché il regista è nato a Johannesburg, in quel Sudafrica macchiato per anni dall’apartheid. Una particolarità che fa sentire Chappie ancora più umano è che l’attore Sharlto Copley ha fisicamente recitato sul set con gli altri personaggi, e solo successivamente, durante la postproduzione, gli sono state ricostruite addosso digitalmente le fattezze del simpatico Chappie, proprio come un vestito su misura. WILD Regia: Jean-Marc Vallée Interpreti: Reese Witherspoon, Laura Dern Che siano in automobile o a piedi, come in questo caso, i film basati su un viaggio sono un genere a parte. Se poi il percorso si snoda non in gruppo o in coppia, ma da soli, il “road movie” assume spesse volte il significato di una ricerca non tanto di luoghi da visitare, quanto della scoperta di se stessi e dei propri limiti. Qui la protagonista è una donna, che decide di mettersi alla prova dopo anni di vita sregolata, la dipendenza dalla droga e il fallimento del matrimonio: tormentata dai ricordi di sua madre, si mette in strada per percorrere 1.600 chilometri lungo la Pacific Crest Trail che si snoda dal Messico al Canada. L’incontro con la natura selvaggia riuscirà dunque a ispirarla per risolvere i suoi problemi e cambiare finalmente direzione alla propria vita? Il film è tratto dal libro autobiografico di Cheryl Strayed che ha spiegato come “quei 94 giorni a piedi sono stati una massacrante impresa fisica, ma sono stati soprattutto un viaggio spirituale. E a modo loro mi hanno insegnato letteralmente a mettere di nuovo un piede davanti all’altro”. Come luogo delle riprese è stato individuato lo stato americano dell’Oregon, che condensa in se la vasta gamma degli ambienti dell’Ovest, alcuni dei quali talmente difficili da raggiungere che la produzione è dovuta ricorrere al noleggio di asini e cavalli per trasportare le attrezzature. A cura di Umberto Ferrari