EVEREST Regia: Baltasar Kormákur Interpreti: Jason Clarke, Josh Brolin, Robin Wright, Sam Worthington, Keira Knightley, Emily Watson, Jake Gyllenhaal La sfida dell’uomo con se stesso e con l’ignoto, l’amore per la natura, l’appartenenza al gruppo: queste alcune delle tematiche del film che ha inaugurato la recente Mostra del Cinema di Venezia. Con i suoi 8.848 metri di altitudine, il protagonista è proprio l’Everest, la montagna più alta della terra, detta anche “tetto del mondo”, e gli uomini che hanno rischiato la vita per scalarla. In particolare, la narrazione s’ispira a vicende accadute nel 1996, quando una spedizione s’imbatté in una spaventosa tempesta di neve. Alcune riprese in esterni sono state realmente girate al campo base dell’Everest, in Nepal, altre nella Val Senales, nel Sud Tirolo italiano, dove fu ritrovata la mummia Ötzi, ma per la maggior parte delle inquadrature la vetta è stata ricreata negli studi di Cinecittà a Roma e Pinewood in Inghilterra. Il direttore della fotografia Salvatore Totino, da una quindicina d’anni collaboratore del regista Ron Howard in film come “Il codice da Vinci” e “Frost/Nixon – Il duello” è figlio d’immigrati calabresi che lo hanno recentemente accompagnato in un viaggio alla scoperta delle sue radici, durante il quale ha ricevuto la cittadinanza onoraria dei comuni della Locride. SICARIO Regia: Denis Villeneuve Interpreti: Benicio Del Toro, Emily Blunt, Josh Brolin La zona di confine con il Messico è da sempre sorvegliata speciale degli Stati Uniti, a causa d’immigrazione e narcotrafficanti. Un’agente dell’FBI, assegnata a una task force per contrastare i cartelli della droga, inizierà un viaggio sotto copertura nel quale per poter sopravvivere dovrà diffidare di chiunque. “L’atmosfera di ‘Sicario’ – ha affermato il direttore della fotografia Roger Deakins – è determinata dai personaggi, e in particolare da quello di Benicio Del Toro. Dentro di me pensavo a qualcosa vicino a ‘Frank Costello faccia d’angelo’ o ‘I senza nome’, classici di Jean-Pierre Melville che hanno al centro personaggi che possono essere freddi e crudeli, ma con i quali simpatizzi comunque”. Ambientato a Juarez, tristemente famosa per la discussa clinica dove l’attore Steve McQueen trovò la morte a soli cinquant’anni, nel tentativo di curarsi dal cancro che lo minava, la città oggi è ancora protagonista negativa per essere annoverata fra le capitali mondiali degli omicidi. La produzione, quindi, pur avendo effettuato dei sopralluoghi, non ha filmato per le strade di Juarez, ma ha solamente girato dall’alto il paesaggio. Le scene si sono invece svolte a Veracruz in Messico e ad Albuquerque ed El Paso negli Stati Uniti. A cura di Umberto Ferrari