Questo fine settimana, fino a domenica 1° dicembre, va in scena, per così dire, la nuova edizione di Asti Film Festival in sala Pastrone

Tante novità e una personalità dovuta alla formula del festival, alla capacità degli organizzatori (Andrea Costa, direttore della manifestazione e il cinecircolo Vertigo “in primis”) di innovare conservando una formula rodata che concentra in una settimana molti eventi e fa diventare Asti una piccola capitale del cinema e dei corti d’autore.  Sono 120 le proiezioni suddivise in sei sezioni, ospiti importanti e riconoscimenti mirati, produzioni non solo italiane a segnare l’apertura del festival al mondo del cinema (anche quello sperimentale e non necessariamente commerciale) di tanti Paesi diversi. 

Neri Marcorè con il suo primo film “Zamora”, a segnare un legame particolare dell’autore e regista marchigiano con il territorio piemontese (lo ricordiamo fedele e mai banale presenza costante al “Pavese festival”). Sergio Castellitto sarà al festival (oggi, venerdì, alle 15) per ricevere il premio “Città di Asti 2024” che gli è stato assegnato, per dialogare in un incontro pubblico con il critico cinematografico Marco Lombardi e anche per presentare il suo ultimo film “Il più bel secolo della mia vita”, diretto e interpretato lo scorso anno.

E poi Cochi Ponzoni, comico di razza insieme a Renato Pozzetto ma anche ottimo attore drammatico, sarà in sala Pastrone domenica in un pomeriggio dedicato alla premiazione e alla presentazione del suo libro “La versione di Cochi”, pubblicato da Baldini+Castoldi, e per ricevere il premio alla carriera 2024.

Una piccola chicca, di cui parliamo purtroppo a posteriori (è stato presentato ieri) è stato il primo film del regista e videomaker Andrea Icardi “Onde di terra”, interamente girato sul territorio tra Langa e Astesana e una nota per chiudere: la nuova importante collaborazione tra il festival e la fondazione “Monferrato on stage” che quest’anno premierà la migliore colona sonora scelta tra le opere presentate nella sezione “La prima cosa bella”.

Mauro Ferro