Un fiore che sfida la natura, che sboccia prima degli altri, ma che ha la forza di resistere al freddo, alle intemperie. Un fiore preso in prestito dai ragazzi della residenza per disabili “Il Borgo” che ne hanno fatto il proprio simbolo, simbolo di una forza delicata capace di nascere e crescere sfidando le stagioni. Si chiama proprio “Il Bucaneve: io guerriero ogni giorno” il documentario realizzato dagli ospiti e dall’équipe della struttura che fa capo alla cooperativa sociale Nuovi Orizzonti. Un progetto lungo quasi un anno, un lavoro che ha coinvolto direttamente i ragazzi e che vedrà la sua degna conclusione mercoledì 8 novembre, con la proiezione del documentario firmato dal videomaker astigiano Alessio Mattia. Ad ospitare l’evento, rivolto non solo alle famiglie degli ospiti ma a tutta la cittadinanza, sarà la Sala Pastrone, alle 17; un appuntamento inserito nel cartellone della stagione del Teatro Alfieri.

Per la prima volta i dieci “ragazzi” che nella residenza “Il Borgo” di corso Alba vivono la loro realtà quotidiana fatta di sfide ma anche di famiglia, condivisione e crescita, si sono confrontati con un progetto diverso dal solito. “Con i ragazzi abbiamo sempre fatto dei laboratori teatrali che culminavano con un vero spettacolo di fronte a familiari e amici de “Il Borgo” – ha spiegato Barbara Botto, direttrice della struttura -. Quest’anno abbiamo optato per un progetto altro che desse loro uno stimolo nuovo, diverso e per la prima volta alla residenza sono entrate le telecamere che per i ragazzi rappresentano una cosa grande e lontana: la televisione, il cinema”.
Per arrivare al documentario finito, dove i ragazzi sono i veri protagonisti della loro quotidianità, dove vengono ripresi in gesti apparentemente normali ma che in realtà sono una conquista, un Everest raggiunto, c’è stato un lavoro fatto di mesi e di tanti incontri.

“Abbiamo cominciato con una vera e propria formazione, dove gli ospiti hanno appreso i rudimenti del video, imparando, seppure in modo semplificato, a lavorare con le telecamere – spiega Botto -. Poi si sono trasformati in attori recitando ognuno nel ruolo di se stesso”. C’è P. che a causa della sua disabilità ha difficoltà nell’interazione, e che invece, grazie a un cucciolo di cane, riesce a sorridere e a farsi coccolare e persino “a farsi trascinare giocosamente al guinzaglio, perché è il cane che lo tira” scherza Barbara; c’è I. che costruisce castelli di carte, c’è A. che tutte le mattine apparecchia la tavola per la colazione di tutti, un fatto scontato per molti, ma per lei un traguardo. Raggiunto.
Questo racconta “Il Bucaneve”, la quotidianità di dieci persone affette da disabilità che, come la natura e le stagioni, non demordono e seguono cocciuti il loro percorso, spesso lottando ma con la soddisfazione di poter giungere sempre alla propria meta.