E’ una storia come tante, che racconta di donne vessate, costrette a prostituirsi per ripagare il viaggio dalla Nigeria all’Italia. Un sistema che ha stritolato moltissime vittime di tratta ma dal quale si può uscire. Come dimostra la vicenda di un giovanissima nigeriana che è riuscita a sottrarsi ai soprusi denunciando i suoi aguzzini. Una storia che parte da lontano, in un villaggio vicino a Benin City, in Nigeria, dove Sara (nome di fantasia) viveva con il marito e due figli. A causa di contrasti religiosi (i due sposi erano di diverse confessioni) la situazione diventa difficile, ci sono minacce e lei sente di essere in pericolo. E’ in quel momento che decide di emigrare dalla Nigeria e con l’intermediazione di un pastore del suo villaggio di provenienza riesce a partire, viaggiando per un mese e mezzo nel deserto fino ad arrivare in Libia. Un viaggio fatto in compagnia di una donna che, una volta arrivata in Italia, l’ha affidata alle “cure” di una connazionale. Un viaggio che Sara ha dovuto ripagare con il lavoro in strada e la prostituzione. Sara è arrivata ad Asti ed è stata costretta a prostituirsi nella zona di corso Gramsci da una suo connazionale ora arrestata dai carabinieri. Viveva in un alloggio nella zona di corso Casale con i suoi aguzzini e, dopo notti di marciapiede, anche lì era costretta a prostituirsi. Il denaro ricavato dalle prestazioni sessuali ovviamente finiva nelle mani della sua aguzzina che la teneva sotto scacco. Fino a quando non ce l’ha più fatta ed è scappata nel Mantovano, dove abita la madre. Lì si è rivolta ai carabinieri che hanno dato subito vita a una complicata indagine.
Le indagini
Hanno accertato che il racconto della giovane donna fosse vero, sono riusciti a ricostruire esattamente dove Sara sia vissuta in quei mesi terribili, hanno individuato l’alloggio e i responsabili dei maltrattamenti. La Direzione distrettuale antimafia di Torino, che ha coordinato le indagini, ha emesso gli ordini di custodia cautealere che sono stati eseguiti ieri. L’aguzzina, una nigeriana di 24 anni madre di un bimbo di un anno, è stata arrestata (e messa ai domiciliari) per sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e tratta di essere umani. Con lei nei guai il marito e altre tre nigeriani tutti ai domiciliari con l’accusa di spaccio di stupefacenti. Nell’alloggio di corso Casale, ad Asti, infatti, i carabinieri, con l’aiuto delle unità cinofile di Volpiano, hanno recuperato quasi 1.5 kg di marijuana nascosti fra l’appartamento e una cantina.