Da giorni erano giunte ai Carabinieri segnalazioni in ordine ad un appartamento, ubicato nella periferia ovest di Asti, ove era stato notato un continuo via vai di persone, generando il sospetto che potesse trattarsi di un luogo di smercio di sostanze stupefacenti.
I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Asti, guidati dal Tenente Roberto Iandiorio, predisponevano un servizio di osservazione nei pressi dell’abitazione ove avevano, da subito, modo di suffragare l’insolita e diversificata frequentazione di soggetti che, una volta entrati, ne uscivano poco dopo.
Alle prime ore dell’alba di oggi i militari della Sezione Operativa, coadiuvati da pattuglie in unforme delle Sezione Radiomobile e della Stazioni Carabinieri di Moncalvo, procedevano all’accesso nello stabile e, grazie all’impiego delle Unità Cinfofili di Volpiano, individuavano l’appartamento che aveva fin dall’esterno suscitato l’allerta dei cani anti droga.
Una volta entrati venivano identificati i due occupanti, entrambi astigiani, poi identificati in M. T., cl. 1994 già gravato da precedenti di polizia e giudiziari per stupefacenti, e D. C., cl. 1997 incensurata. L’immediata perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire 600 grammi di marijuana, 1 bilancino ed un’articolata attrezzatura con cui era stato allestito un laboratorio per la trasforzmazione chimica della cannabis in una nuova e più stordente versione dell’hashish.
Questa nuova variante dell’hashish si ottiene attraverso un processo chimico che consente l’estrazione del THC 9 con livelli di purezza del 100% e successivamente la sua trasformazione in resina di colorazione ambrata che, aggiunta alla confezione del classico spinello, ne potenzia a dismisura gli effetti allucinogeni. E per questa ragione il prezzo sul mercato è di circa 100,00 € al grammo (più della cocaina) e rappresenta la variante più in voga ad Amsterdam.
Per realizzare questa sofisticazione è però necessario un processo chimico elaborato che gli indagati avevano realizzato nel loro laboratorio domestico: non a caso, sempre in sede di perquisizione è stato rinevnuto un kit industriale composto da 1 mixer, 2 grinder (macinatori), 61 confezioni vuote di etere dimetilico ed altre 23 ancora piene ed 1 lampada alogena con ventilazione. La risultanza di tale processo chimico veniva poi suddivisa in vasetti a chiusura ermetica che i militari trovavno all’interno di uno scatolone, pronti per lo rivendita sul mercato.
Terminati tali accertamenti i due soggetti sono stati dichiarati in arresto per produzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Dopo essere stati sottoposti a fotosegnalamento presso il Comando Provinciale gli arrestati, su disposizione del PM di turno della Procura della Repubblica di Asti, sono stati tradotti rispettivamente nel carcere di Asti ed ai domiciliari in attesa del giudizio di convalida.