Negli scorsi giorni, la Polizia di Stato – Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Asti ha notificato la misura di prevenzione del Divieto di Accesso alle Aree Urbane (DACUR), emessa dal Questore di Asti, ad un 20enne astigiano già noto alle forze dell’ordine, precedentemente arrestato dai poliziotti della Squadra Mobile e poi condannato.
Il giovane, responsabile dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti era in possesso di 13 dosi confezionate ed alcuni etti di sostanza stupefacente, nonché denaro provento dell’ultima vendita. Era stato visto dalla Polizia aggirarsi nei pressi di una scuola in pieno centro, in una zona frequentata da molti giovani e studenti e da tempo oggetto di segnalazioni e osservazione da parte delle Forze di Polizia.
Il legislatore, colta la gravità di questi fenomeni, ha voluto accelerare i tempi di una sanzione amministrativa rispetto alla vicenda penale (che in questo caso specifico però è già giunta rapidamente alla condanna) consentendo l’adozione di questi provvedimenti addirittura anche a coloro che sono soltanto “denunciati” per tali fatti.
Grazie a questa recente misura di prevenzione (più conosciuta impropriamente come DASPO e prevista con D.L. 14/2017), che può essere adottata esclusivamente del Questore in quanto autorità di pubblica sicurezza per ragioni di sicurezza della città, J.L. per 2 anni non potrà più accedere e stazionare nelle immediate vicinanze dei luoghi dove è stato colto a spacciare, ovvero la scuola, ma anche bar e ristoranti nei dintorni. La violazione di tale divieto è punita con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da 8000 a 20.000 euro.
Ad Asti si tratta del primo Dacur per spaccio, ma è già in preparazione un giro di vite per altre situazioni analoghe, nonché per i casi di liti e risse avvenuti in pubblici esercizi o in locali di pubblico trattenimento: in questi casi i violenti, oltre alla condanna, non potranno più né entrare né stazionare nelle immediate vicinanze dei locali dove hanno creato gravi disordini.