Una campagna dei carabinieri forestali a tutela della biodiversità e delle’efficienza idraulica dei corso d’acqua contro degrado è dissesti. Si chiama Fiumi sicuri ed è stata portata avanti nei mesi scorsi dai forestali di Asti e Alessandria. Sotto la lente di ingrandimento sono finire soprattutto le cosiddette aree perifluviali, ossia quelle fasce versi a lato dei corsi d’acqua così preziose per la funzionalità idraulica in caso di piena. A 30 anni dall’ultima tragica alluvione del ’94 che colpì duramente il nostro territorio, questa campagna risulta oggi particolarmente significativa, considerate le criticità di natura idrogeologica che la cronaca nazionale sempre più spesso ormai riporta.
La corretta osservanza delle norme a tutela del buon assetto idrogeologico è infatti sempre fondamentale per preservare l’incolumità dei cittadini e per prevenire i danni ingenti a strutture e infrastrutture quando accadano eventi meteorici molto intensi.
Nei numerosi controlli gli illeciti più ricorrenti hanno riguardato la mancata osservanza delle fasce di rispetto dei fiumi, che invece di essere lasciate a una evoluzione controllata della vegetazione naturale sono state oggetto di lavorazioni agricole, aumentando considerevolmente l’erodibilità dei suoli. In alcuni tratti pur vigendo espresso divieto di pioppicoltura, sono stati evidenziati interi impianti per una superficie complessiva di ben 19,3 ettari (pari a circa 28 campi da calcio), di cui 11,5 in provincia di Alessandria e 7,8 in provincia di Asti.
Di particolare e sorprendente rilievo sono state poi le svariate occupazioni di demanio idrico fluviale senza la dovuta concessione della Regione Piemonte. Trentuno gli ettari abusivamente occupati in prossimità dei fiumi (pari a circa 45 campi da calcio) prevalentemente per scopi agricoli. Oltre a elevare sanzioni amministrative per un totale di 27.000 euro, i carabinieri forestali hanno informato le competenti autorità regionali per il recupero dei mancati canoni concessori, stimabili in circa 120.000 euro.
La campagna è stata volta anche a contrastare aggressioni varie all’ambiente perifluviale come la gestione illecita di rifiuti e l’abbandono di veicoli fuori uso, l’utilizzo scorretto del soprassuolo forestale, il prelievo abusivo di acqua e la realizzazione di opere in spregio ai vincoli urbanistici e paesaggistici.
Complessivamente gli illeciti penali segnalati alle Autorità Giudiziarie competenti sono stati 60 e 44 quelli di natura amministrativa per un importo totale di 57.983 euro, cosiddetto “in misura ridotta” se pagato dai trasgressori nei termini previsti.
I tratti verificati dei corsi d’acqua hanno riguardato i fiumi Po, Bormida e Tanaro e i torrenti Belbo, Borbera, Grana e Scrivia più alcuni elementi del reticolo idrografico minore, come i rii Torto (Novi Ligure) e Stura inferiore (Frassineto Po).