Si è arricchita di un ulteriore capitolo la vicenda giudiziaria che nello scorso mese di aprile aveva visto i finanzieri astigiani, a seguito dell’accoglimento – da parte della Suprema Corte di Cassazione – del ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Asti (Laura Deodato), procedere nuovamente al sequestro preventivo, disposto dal GIP del Tribunale di Asti, finalizzato alla confisca di 17 aeromobili, per un controvalore complessivo pari a 10 milioni di euro per il reato di contrabbando doganale.
Tra i beni colpiti nuovamente dal vincolo giudiziario rientrava un velivolo di proprietà di un imprenditore italiano risultato però ceduto ad un cittadino del Qatar poco tempo dopo la pronuncia della Suprema Corte.
I successivi accertamenti consentivano di riscontrare come l’indagato, avendo commesso il delitto di contrabbando, sottraeva il bene mobile al possibile sequestro e trasferiva il denaro frutto della compravendita del velivolo citato, pari a € 432.637,27 mediante plurimi giroconti su rapporti verosimilmente creati ed utilizzati per il solo scopo di eludere azioni di sequestro.
La scoperta è stata possibile solo grazie a idonea ed approfondita indagine bancaria svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Asti.
A seguito delle risultanze emerse l’imprenditore è stato segnalato per il delitto di auto- riciclaggio ed il corrispettivo della compravendita sottoposto, su disposizione del GIP del Tribunale di Asti che accoglieva le istanze della locale Procura, a sequestro preventivo per equivalente.