È attiva da giorni, in provincia di Asti, la rete costituita tra le Amministrazioni deputate alla gestione delle procedure operative per l’accoglienza dei profughi ucraini.
L’ASL-AT, la Questura e l’Agenzia delle Entrate, sotto il coordinamento della Prefettura, hanno messo a punto una sorta di “sportello unico virtuale” per semplificare le pratiche di ingresso dei profughi ucraini in arrivo ad Asti.
Un’ondata migratoria completamente diversa da quella del passato. Finora, infatti, siamo stati abituati a gestire i flussi provenienti dall’Africa, con arrivi programmati attraverso il modello Ministero dell’Interno/Prefettura.
Questa volta, invece, i cittadini provenienti dall’Ucraina stanno arrivando per piccoli gruppi e con mezzi propri, in maniera non programmata e, quindi, più difficilmente preventivabile, trovando ospitalità, almeno in questa prima fase, presso familiari e/o conoscenti già radicati sul territorio.
Parimenti, la macchina della solidarietà si è attivata in tutti i Comuni della provincia attraverso azioni spontanee, con la regia della Caritas e della Croce Rossa.
Il modello di accoglienza che il Dipartimento di Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Interno prevede due canali.
L’uno attraverso la rete dei Centri di Accoglienza Straordinari CAS, gestita dalla Prefettura, che ha già individuato una idonea sistemazione a numerose famiglie presso strutture in gestione agli operatori del territorio e presso le Strutture del Sistema Accoglienza Integrazione SAI (con progetti direttamente gestiti dal Ministero con i Comuni di Asti, Canelli, Castellero, Castelnuovo Don Bosco, Chiusano, Cortandone, Monale, Settime); l’altro, posto sotto la gestione ed il coordinamento del Commissario delegato alla gestione dell’emergenza, individuato nel Presidente della Regione.
All’esito di una serie di incontri, si è convenuto tra gli Enti che, proprio per le diverse modalità di arrivo dei rifugiati nella nostra provincia, occorre che i profughi vengano indirizzati inizialmente all’ASL-AT affinché immediatamente venga effettuato il tampone, nelle 48 ore dal primo ingresso in territorio nazionale.
A seguito di tale accesso, le Amministrazioni hanno attivato una rete virtuosa per effetto della quale, in automatico, la presenza del cittadino ucraino viene segnalata alla Questura che lo convocherà, rilasciandogli una ricevuta per l’ottenimento del permesso di soggiorno temporaneo.
Contestualmente, in Questura al richiedente verrà attribuito dall’Agenzia delle Entrate il Codice Fiscale necessario per l’eventuale avviamento all’attività lavorativa e per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, che consentirà l’attribuzione del Medico di Medicina Generale/Pediatra di Libera Scelta e la possibilità, ove sussistano i requisiti relativi all’assenza di reddito, di ottenere l’esenzione alla compartecipazione alle spese sanitarie.
Il Centro per l’Impiego ha chiarito che, ottenuto il Codice Fiscale, il lavoratore, in presenza di una proposta di assunzione da parte di un datore di lavoro, non dovrà recarsi fisicamente presso l’Ufficio per il rilascio della Dichiarazione Immediata Disponibilità al lavoro, essendo sufficiente, ai fini della regolarità del contratto, che il datore di lavoro comunichi l’assunzione tramite i canali telematici dedicati.
I cittadini ucraini in possesso di patente di guida rilasciata dal proprio Paese, non ancora convertita ed in corso di validità, potranno per un anno guidare liberamente.
Per quanto concerne l’inserimento scolastico, i profughi in età scolare potranno essere iscritti a tutti gli effetti come alunni frequentanti, sia per ricevere la valutazione alla fine dell’anno scolastico, sia per eventuali erogazioni statali o regionali.
Il Ministero dell’Istruzione ha attivato una piattaforma informatica per la rilevazione del numero e dell’età dei profughi iscritti nelle scuole.
La Prefettura monitora quotidianamente il fenomeno migratorio e ha invitato i Sindaci del territorio a segnalare le presenze dei profughi ucraini ospitati presso familiari e/o conoscenti e non fruiscano dell’accoglienza all’interno della rete CAS-SAI.
In questa fase di arrivi spontanei e non organizzati, la Prefettura, sulla base delle indicazioni del Ministero dell’Interno e delle Ordinanze del Capo Dipartimento della Protezione Civile, sta provvedendo ad intercettare gli arrivi per governare il fenomeno, ricondurlo ad unità ed attrarlo nelle maglie dell’accoglienza pubblica.
A tal fine, la Prefettura ha, non solo ha messo a disposizione i posti già esistenti nei CAS, ma ha anche pubblicato una manifestazione d’interesse, cui hanno partecipato più operatori e alla quale seguirà una gara pubblica per ampliare il numero dei posti in accoglienza. Nel contempo, ha inviato una circolare ai Sindaci per promuovere la stipula di apposite convenzioni, volte a mettere a sistema le molte risorse che i Sindaci del territorio hanno offerto, in un’ottica solidaristica che deve essere ricondotta ad unità e nei canali ordinari previsti dalla vigente normativa.