Nel 2022 la Polizia Postale è stata chiamata a far fronte a continue e sempre più evolute sfide
investigative sulle macro-aree di competenza, in particolare negli ambiti della prevenzione e contrasto
alla pedopornografia online, della protezione delle infrastrutture critiche di rilevanza nazionale, del
financial cybercrime e di quelle relative alle minacce eversivo-terroristiche, riconducibili sia a forme
di fondamentalismo religioso che a forme di estremismo politico ideologico, anche in contesti
internazionali.
CENTRO NAZIONALE PER IL CONTRASTO
ALLA PEDOPORNOGRAFIA ONLINE
(C.N.C.P.O.)
In uno scenario nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione del nostro
vivere quotidiano, lo sforzo della Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’anno 2022 è stato
costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con
particolare riferimento ai reati in danno di minori.
Il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) nel
2022 ha confermato il suo ruolo di punto di riferimento e di coordinamento nazionale dei Centri
Operativi Sicurezza Cibernetica – COSC della Polizia Postale nella lotta alla pedofilia e
pornografia minorile online.
L’analisi dei dati relativi all’anno di riferimento ha confermato la lieve diminuzione dei casi
trattati già evidenziata nella rilevazione di medio termine. La flessione negativa dei dati è stata
riscontrata anche in riferimento al numero delle segnalazioni provenienti da organismi internazionali
attivi nella protezione dei minori in rete. L’impegno profuso dalla Specialità si è concentrato nel
reprimere episodi di particolare gravità, con l’effetto rilevabile di evidenziare un maggior numero di
individui sottoposti a pene detentive.
Nell’ambito poi delle segnalazioni relative alla pubblicazione di contenuti pedopornografici su
social network, si è evidenziato un fenomeno per il quale veniva intaccata la reputazione dei vari
titolari di profili social attraverso la pubblicazione di materiale scabroso di natura pedopornografica
con accessi abusivi massivi a profili privati di ignari cittadini e di persone dotate di rilevanza
mediatica, politica o di altra natura.
La fine dell’emergenza sanitaria, con la progressiva ripresa delle attività nella direzione di un
recupero della normalità, potrebbe aver contribuito a ridurre l’isolamento sociale, facendo rilevare
nel 2022 una riduzione della circolazione globale di materiale pedopornografico su circuiti
internazionali, che non ha però inciso sull’attività di contrasto. Infatti, è stato registrato un
aumento dei soggetti individuati e deferiti per violazioni connesse ad abusi in danno di
minori.
In particolare, nell’ambito dell’attività di contrasto coordinata dal C.N.C.P.O sono stati trattati
complessivamente 4.542 casi, che hanno consentito di indagare 1.463 soggetti, di cui 149 tratti in
arresto per reati connessi alla materia degli abusi tecnomediati in danno di minori, con un aumento
di arrestati pari a circa l’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Per quanto concerne l’attività di prevenzione svolta dal C.N.C.P.O. attraverso una continua e
costante attività di monitoraggio della rete, sono stati visionati 25.696 siti, di cui 2.622 inseriti in
black list e oscurati, in quanto presentavano contenuti pedopornografici.
Dati di Specialità rilevati sul territorio nazionale:
PEDOPORNOGRAFIA
E ADESCAMENTO
ONLINE
2021 2022* Variazione
percentuale
Persone indagate 1.419 1.463 +3%
Siti in Black List 2.543 2.622 +3%
- – dati rilevati il 27/12/2022
Nel periodo di riferimento sono stati trattati 424 casi per adescamento online a livello
nazionale: anche quest’anno la fascia dei preadolescenti (età 10-13 anni) è quella più coinvolta in
interazioni sessuali tecnomediate, 229 rispetto al totale.
Nel 2022 il COSC Piemonte e Valle D’Aosta ha indagato per pedopornografia 68
soggetti; si registrano altresì 5 casi di adescamento online riferiti a minori in età preadolescenziale.
Anche sul piano nazionale continua a preoccupare il lento incremento dei casi
relativi a bambini adescati di età inferiore ai 9 anni, trend che è diventato più consistente a
partire dalla pandemia. Social network e videogiochi online sono i luoghi di contatto tra minori e
adulti più frequentemente teatro delle interazioni nocive, a riprova ulteriore del fatto che il rischio si
concretizza con maggiore probabilità quando i bambini e i ragazzi si esprimono con spensieratezza e
fiducia, nei linguaggi e nei comportamenti tipici della loro età.
Cyberbullismo
Si registra una leggera flessione anche dei casi di cyberbullismo che può essere interpretata
come effetto della normalizzazione delle abitudini dei ragazzi: non si può escludere che il ritorno ad
una vita sociale priva di restrizioni abbia avuto un’influenza positiva sulla qualità delle interazioni
sociali, delle relazioni tra coetanei e che la costanza dell’opera di sensibilizzazione svolta dalla Polizia
Postale, presso le strutture scolastiche, abbia mantenuto alta l’attenzione degli adulti e dei ragazzi
stessi sulla necessità di agire responsabilmente e correttamente in rete.
Nel periodo di riferimento sono stati trattati a livello nazionale 323 casi di cyberbullismo.
CYBERBULLISMO 2021 2022*
Casi trattati vittime 0-9 anni 27 17
Casi trattati vittime 10-13 anni 112 87
Casi trattati vittime 14-17 anni 319 219
TOTALE 458 323 - – dati rilevati il 27/12/2022
2021 2022*
Minori denunciati per
Cyberbullismo 117 128 - – dati rilevati il 27/12/2022
Sextortion
È un fenomeno che di solito colpisce gli adulti in modo violento e subdolo, fa leva su piccole
fragilità ed esigenze personali, minacciando, nel giro di qualche click, la tranquillità delle persone.
Recentemente le sextortion stanno interessando sempre più spesso vittime minorenni, con
effetti lesivi potenziati: la vergogna che i ragazzi provano impedisce loro di chiedere aiuto ai genitori o
ai coetanei di fronte ai quali si sentono colpevoli di aver ceduto e di essersi fidati di perfetti e
“avvenenti” sconosciuti.
La sensazione di sentirsi in trappola che sperimentano le vittime è amplificata spesso dalla
difficoltà che hanno nel pagare le somme di denaro richieste. Nel corso dell’anno sono stati trattati
130 casi, la maggior parte dei quali nella fascia 14-17 anni, più spesso in danno di vittime maschili.
Per quanto riguarda le regioni Piemonte e Valle d’Aosta sono stati trattati invece
complessivamente 92 casi riferiti a vittime sia minorenni che maggiorenni.
Si riportano di seguito, le attività investigative di maggior rilievo condotte dal COSC
Piemonte e Valle D’Aosta, coordinate dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia
online:
OPERAZIONE “MEET UP”, condotta in modalità sotto copertura dal personale del Centro,
all’interno di canali Telegram dedicati alla diffusione, anche mediante sottoscrizione di abbonamenti
a pagamento, di contenuti realizzati mediante sfruttamento sessuale di minori. Gli investigatori,
interagendo direttamente in chat con gli utenti responsabili della diffusione, anche grazie alla
capitalizzazione delle tracce informatiche e finanziarie enucleate, hanno potuto identificare gli
utilizzatori dei nicknames destinatari dei 26 decreti di perquisizione emessi dall’A.G. procedente,
che hanno consentito di indagare 26 persone, 3 delle quali tratte in arresto.
OPERAZIONE “AREA PEDONALE”, avviata in modalità sotto copertura dal Centro con il
coordinamento di questo Servizio, sulla piattaforma di messaggistica istantanea Telegram, sotto la
direzione della Procura della Repubblica di Torino. Sono state eseguite contestualmente 12
perquisizioni su tutto il territorio nazionale, ad esito delle quali sono stati denunciati in stato di libertà
9 utenti per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico, mentre altri 3 sono stati tratti in
arresto in flagranza di reato.
CENTRO NAZIONALE ANTICRIMINE PER LA PROTEZIONE
DELLE INFRASTRUTTURE CRITICHE
(C.N.A.I.P.I.C.)
Nell’esercizio della propria missione istituzionale, il Servizio Polizia Postale e delle
Comunicazioni – Organo del Ministero dell’interno per la sicurezza delle telecomunicazioni
garantisce, fra l’altro, ai sensi dell’art. 7 bis DL 144 del 2005 e del DM 15 agosto 2017 – Direttiva
sul riordino dei comparti di Specialità delle Forze di Polizia – la protezione delle infrastrutture critiche
informatizzate del Paese.
Nell’attuale e particolare contesto internazionale, l’escalation delle tensioni geopolitiche
connesse al conflitto in Ucraina continua ad avere significativi riverberi anche in materia di sicurezza
cibernetica. Risultano, infatti, in corso campagne massive a livello internazionale dirette verso
infrastrutture critiche, sistemi finanziari e aziende operanti in settori strategici quali comunicazione e
difesa, tra le quali figurano campagne di phishing, diffusione di malware distruttivi (specialmente
Ransomware), attacchi Ddos, campagne di disinformazione e leak di database. Inoltre, alcuni tra i
più pericolosi gruppi di hacker criminali hanno deciso di schierarsi a favore della Russia, altri con
l’Ucraina, prendendo di fatto parte al conflitto nel c.d. “dominio cibernetico”.
In tal senso, come noto, il conflitto russo-ucraino ha comportato una recrudescenza
nell’attività di attori ostili, connotati per l’esecuzione di attacchi ransomware – volti a paralizzare
servizi e sistemi critici mediante la cifratura dei dati contenuti – campagne DDoS, volti a sabotare la
funzionalità di risorse online e, soprattutto, attacchi di tipo ATP (Advanced Persistent Threat),
condotti da attori ostili di elevato expertise tecnico, in grado di penetrare i sistemi più strategici
mediante tecniche di social engineering o sfruttamento di vulnerabilità, al fine di garantirsi una
persistenza silente all’interno dei sistemi a scopo di spionaggio o successivo danneggiamento.
La proliferazione di gruppi ostili, si è attuata poi mediante il ricorso a crew hacker di c.d.
crime as a service, ordinariamente attive nel fornire supporto tecnologico ad attori criminali ed oggi
sempre più contigue a gruppi di ascendenza statuale.
In particolare, il Servizio polizia postale ha implementato l’attività informativa e di
monitoraggio ad ampio spettro, esteso anche al dark web, attivando canali di diretta interlocuzione
dedicati allo scenario in atto con Europol, oltre che con Interpol e FBI, con l’obiettivo di elevare il
livello di attenzione con particolare riguardo al settore economico/finanziario, tradizionalmente
oggetto di interesse da parte di compagini criminali con connotazione state sponsored.
Il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche
(CNAIPIC), attraverso dedicati alert ha diffuso indicatori di compromissione e avvisi di
informazione di sicurezza alle infrastrutture informatiche dicasteriali, alle infrastrutture critiche
nazionali e ai potenziali target di azioni ostili, individuati attraverso la permanente attività informativa
assicurata dal Centro.
I Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale hanno svolto adeguati
servizi di monitoraggio e analisi, condividendo ogni evidenza utile in relazione al quadro internazionale
in parola.
L’attività del CNAIPIC del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, oltre agli
approfondimenti investigativi, si è tradotta nell’analisi tecnica della minaccia, volta all’elaborazione di
informazioni di sicurezza preventiva, nonché nel supporto operativo alle infrastrutture attaccate, che
hanno contribuito al ritorno alla piena operatività dei sistemi informatici colpiti.
Dati rilevati a livello nazionale:
Attacchi infrastrutture
critiche ad istituzioni,
aziende e privati
2021 2022* Variazione
percentuale
Attacchi rilevati 5.434 12.947 +138%
Persone indagate 187 332 +78%
Alert diramati 110.524 113.226 +2%
Richieste di
cooperazione HTC 60 77 +28% - – dati rilevati il 27/12/2022
Le segnalazioni trattate dal COSC Piemonte e Valle D’Aosta sono state 1.193; sono stati invece
10 gli attacchi informatici gestiti sul territorio di competenza.
REATI CONTRO LA PERSONA E IL PATRIMONIO
Nell’ambito delle competenze della Polizia Postale si segnala il rafforzamento dell’attività di
prevenzione attraverso il monitoraggio attivo della rete e un’articolata attività di contrasto alle truffe
online con 3541 persone deferite all’Autorità Giudiziaria, in particolare nel settore dell’e-commerce
e market place.
Dati rilevati sul T.N:
Truffe OnLine 2021 2022* Variazione
percentuale
Casi trattati 15.083 15.508 +3%
Persone indagate 3.403 3.541 +4%
Somme sottratte € 73.245.740 € 115.457.921 +58% - – dati rilevati il 27/12/2022
Nell’ambito del Piemonte e Valle D’Aosta sono stati trattati 1231 casi, per importi sottratti alle
vittime di circa 7 milioni di euro; 255 le persone indagate.
Nell’ambito delle truffe sul web anche nel corso del 2022, importante l’incremento degli illeciti legati
al fenomeno del trading online considerato l’aumento del numero di portali che propongono
programmi speculativi, apparentemente redditizi nonchè l’utilizzo di tecniche molto sofisticate per
contattare le vittime.
3.020 i casi trattati, 130 le persone indagate a livello nazionale; 272 casi trattati in Piemonte e
Valle D’Aosta per 20 soggetti indagati e 3 arresti eseguiti.
L’attività investigativa, qualora la denuncia sia tempestiva, prevede l’immediata attivazione dei canali
di Cooperazione Internazionale di Polizia, con la richiesta del blocco urgente delle somme versate e
l’espletamento di accertamenti sui flussi finanziari normalmente destinati all’estero.
Proprio per dare maggior impulso alle indagini che vedono coinvolti cittadini stranieri, in materia il
Servizio Polizia Postale, nel corso dell’anno 2022, ha attivato 260 richieste di cooperazione
internazionale attraverso il canale Europol che, in più di un’occasione, si sono rivelate determinanti
per l’individuazione degli autori dei reati investigati.
Particolare attenzione è rivolta inoltre ai fenomeni del revenge porn, con 252 casi trattati (di cui 34
in danno di minori) e 71 persone denunciate e delle truffe romantiche, con 442 casi trattati (di
cui 4 in danno di minori) e 103 persone denunciate. Va altresì rilevato che il fenomeno presenta
numerosissimi casi sommersi in quanto caratterizzati da un forte coinvolgimento emotivo che induce
la vittima a non denunciare.
Il C.O.S.C. di Torino ha trattato 11 casi di revenge porn e denunciato 2 persone; le vittime
sono tutte maggiorenni e tutte di sesso femminile. Per quanto riguarda le Truffe Sentimentali sono
stati 30 i casi trattati e 4 i soggetti indagati.
Dati di Specialità rilevati sul territorio nazionale:
Reati contro la persona
perpetrati OnLine1
2021 2022*
Casi trattati 10.297 9.278
Persone indagate 1.693 1.167
1
– Stalking / diffamazione online / minacce / revenge porn /
molestie / sextortion / illecito trattamento dei dati /
sostituzione di persona / hate speech / propositi suicidari - – dati rilevati il 27/12/2022
Specifiche iniziative sono state rivolte all’attività di prevenzione e contrasto al fenomeno degli atti
intimidatori nei confronti della categoria dei giornalisti e servizi di monitoraggio dei canali di
diffusione, costituiti da siti web, piattaforme di digitali, profili e pagine presenti sui social network più
noti (Facebook, Twitter, Instagram, Telegram, Pinterest e Youtube), finalizzati ad arginare la
diffusione del linguaggio d’odio (hate speech).
Il Servizio Polizia Postale è stato impegnato anche nell’individuazione di proposte di vendita online di
prodotti contraffatti o all’utilizzo illecito di segni distintivi dei marchi registrati, per la tutela del c.d.
italian sounding.
Il monitoraggio di siti e spazi web (blog, gruppi social e siti dedicati) dediti a giochi e scommesse
clandestine è un’altra attività operativa particolarmente seguita dalla Polizia Postale e delle
Comunicazioni, sia per contrastare la diffusione irregolare o illegale, che per tutelare gli interessi dei
consumatori, specie se minori d’età: numerosi sono i siti con sedi legali presso Paesi esteri, che
operano in Italia anche se privi della prevista autorizzazione per poter esercitare legalmente la
raccolta di scommesse.
Nel corso del 2022 sono state implementate anche le attività di monitoraggio relative alla vendita
online di tabacchi, sigarette elettroniche e liquidi da inalazione in rete, su siti sprovvisti delle relative
autorizzazioni da parte dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli.
In ultimo, ma comunque di primaria importanza, è stata l’attività rivolta all’individuazione di quelle
persone che, sfruttando principalmente la cassa di risonanza che i social media offrono, hanno
manifestato intenti suicidari in conseguenza dei quali sono state attivate tutte le procedure necessarie
per la salvaguardia delle persone coinvolte con l’ausilio degli uffici di polizia competenti
territorialmente (64 le segnalazioni veicolate attraverso il Commissariato di P.S. OnLine e 51
gli interventi eseguiti sul territorio dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni ).
Tra le operazioni di maggior rilievo condotte dal COSC Piemonte e Valle D’Aosta, si segnala
“Trade Scam” svolta nel mese di dicembre 2022, in occasione della quale il COSC di Torino, con
il coordinamento del Servizio Polizia Postale, ha eseguito tre arresti nel torinese e perquisizioni e
sequestri sul territorio nazionale. L’indagine, articolata su tre diversi procedimenti penali, ha portato
ad individuare un’organizzazione criminale gerarchizzata che agiva tra l’Italia e l’Albania con l’intento
di ripulire il denaro proveniente dalle truffe dei falsi investimenti ai danni di ignari utenti del web; gli
approfondimenti investigativi hanno interessato in modo trasversale evidenze informatiche, bancarie e
societarie, ricostruite e messe a sistema anche mediante il ricorso a prolungate attività tecniche di
pedinamento informatico che hanno fatto emergere il coordinamento unitario nella gestione del
fenomeno criminale.
Particolarmente complesso è stato il lavoro svolto dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni
nell’ambito della cooperazione internazionale, finalizzato all’acquisizione di notizie e dati per la
ricostruzione dei flussi finanziari.
Ai vertici della struttura un cittadino albanese residente nel torinese che, secondo i riscontri
investigativi, forniva ai suoi complici precise disposizioni sugli importi ed i conti correnti dove far
convergere ingenti somme di denaro per occultarne la provenienza delittuosa; alle sue dirette
dipendenze, sempre secondo l’accusa, due torinesi che mettevano a disposizione i conti correnti
bancari intestati a società riferibili a loro direttamente o tramite prestanome.
Lo svolgimento delle attività tecniche ha consentito l’individuazione di un gruppo di 16 soggetti
residenti nel torinese, le cui abitazioni e società, nello specifico 4, operanti nel settore del digital
marketing e lead generation, sono state oggetto di perquisizione delegate dalla Procura.
Accanto alle attività di riciclaggio, è stata ricostruita la diretta partecipazione alla realizzazione dei
falsi siti di pubblicità di trading, utilizzati per recuperare illecitamente le generalità lasciate dagli ignari
internauti interessati ad investire. Tali siti sono stati oscurati ed ora non sono più visibili agli utenti
italiani.
Nel contesto sono stati aggrediti i patrimoni illeciti mediante l’esecuzione di 9 decreti di sequestro di
beni per equivalente nei confronti di altrettanti soggetti titolari di quote societarie ovvero figure aventi
un ruolo di compartecipazione nella attività di ripulitura del denaro di provenienza illecita.
CYBERTERRORISMO
Nel corso degli ultimi anni, il continuo e vertiginoso incremento dell’utilizzo delle piattaforme di
comunicazione online, social network e di applicazioni di messaggistica istantanea, ha determinato
un’allarmante diffusione di contenuti propagandistici riconducibili al terrorismo, ad una platea
pressoché illimitata, sia di matrice islamista (jihadista, ISIS, Al Qaeda, Al Shabaab ed altre
articolazioni locali), sia di formazioni suprematiste di estrema destra (neonazismo, neofascismo,
tifoserie strutturate), nonché di estrema sinistra (movimenti di lotta armata, anarco/insurrezionalisti,
antagonisti).
Dati di Specialità rilevati sul T.N:
Cyberterrorismo1 2021 2022*
Casi trattati 1.321 1.193
Persone indagate 80 66
Spazi virtuali
monitorati 126.998 173.306
1 - Estremismo internazionale religioso / estremismo razziale, antagonista ed anarchico
- – dati rilevati il 27/12/2022
In tale ambito, la Polizia Postale garantisce sia l’esecuzione di una costante attività di monitoraggio
investigativo della rete e dei canali di messaggistica istantanea, per l’identificazione e il deferimento
all’Autorità Giudiziaria dei responsabili della diffusione dei contenuti illeciti, sia un costante scambio
informativo con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione competente in materia di contrasto
al terrorismo.
Trattandosi, in particolare, di un fenomeno di carattere transnazionale, sia per la natura internazionale
del fenomeno che per la stessa connaturata struttura della rete, risulta imprescindibile l’attivazione
efficiente degli strumenti della cooperazione sovranazionale, soprattutto per la condivisione di
informazioni che, collegate a situazioni peculiari interne, riescono ad apportare un indiscusso valore
aggiunto alle attività di prevenzione messe in atto dalle diverse forze di polizia nazionali.
In ambito europeo, proprio al fine di garantire la cooperazione internazionale, il Servizio Polizia
Postale e delle Comunicazioni rappresenta il punto di contatto nazionale dell’Internet Referral Unit
(IRU) di Europol, Unità preposta a ricevere dai Paesi Membri le segnalazioni relative ai contenuti
terroristici diffusi in rete e di orientarne l’attività.
In tale ambito, l’attività di monitoraggio del web effettuata dalla Specialità ha permesso di
riscontrare, in primis, come la diffusione di contenuti propagandistici jihadisti, nel corso del tempo,
abbia subito un sensibile peggioramento “qualitativo”, determinato sia dal ridimensionamento del
Califfato sul territorio, sia dalle perdite di tecnici e social media manager cui era devoluto l’incarico di
gestire la propaganda, nonché per l’utilizzo sempre più frequente dell’Intelligenza Artificiale sulle
principali piattaforme web, per la scansione (e rimozione) dei contenuti pubblicati dagli utenti.
In analogia a quanto sin qui evidenziato con riferimento alla propaganda jihadista, anche nell’ambito
dei fenomeni di radicalizzazione online legati all’ideologia neofascista e xenofo/razziale, il web si
conferma lo strumento strategico per la diffusione della propaganda delle ideologie estremiste e
violente, nonché per il reclutamento di nuovi combattenti, il finanziamento, lo scambio di
comunicazioni riservate nella pianificazione degli attentati e di rivendicazione degli stessi.
Appare opportuno evidenziare come il movimento “suprematista” si basi su una importante attività di
propaganda di dottrine ideologiche come il neonazismo, il razzismo, l’identitarismo e l’etnocentrismo,
che avviene soprattutto all’interno di piattaforme di comunicazione online “riservate”, diverse dai
principali social network.
La costante attività di monitoraggio informativo ed investigativo ha permesso di accertare come nel
corso degli ultimi mesi si sia stato registrato un notevole incremento dei trend e delle discussioni
all’interno di chat in diverse piattaforme; si passa dai tradizionali gruppi Facebook (molti dei quali
risultano essere già stati bloccati) a social meno noti, come Reddit, fino a piattaforme come 8chan,
vk.com (Vkontakte), nonché Telegram, privilegiando tutte quelle piattaforme che per la propria
policy garantiscono l’anonimato e rendono più complicata l’identificazione degli autori dei messaggi.
Alla luce di quanto premesso, appare opportuno evidenziare come gli operatori della Specialità
abbiano intensificato le attività di monitoraggio proprio in tali contesti e, in raccordo con la Direzione
Centrale della Polizia di Prevenzione, abbiano avviato numerose attività investigative, con il
deferimento alle competenti Autorità Giudiziarie dei soggetti identificati – anche attraverso attività
sotto copertura e perquisizioni – quali autori dei messaggi connotati dalla discriminazione razziale,
etnica e religiosa.
Sul territorio Piemontese a seguito di articolate indagini condotte dal C.O.S.C. e dalla D.I.G.O.S.
di Torino è stato individuato un gruppo di matrice nazi-fascista, attestato sulla piattaforma Telegram,
sul canale “Brudershaft thule” (“Fratellanza di Thule”) e sul connesso gruppo di discussione
“Meine Ehre Heiβt Treue” (“Il mio onore si chiama lealtà”), partecipato da militanti stanziati su tutto
il territorio nazionale e anche all’estero, in Germania, tutti denunciati per riorganizzazione del disciolto
partito fascista e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e
religiosa.
In particolare nell’ambito del monitoraggio preventivo dei contesti virtuali d’area, sono stati
individuati sui due spazi Telegram contenuti violenti ed istigatori, contraddistinti inoltre da una
rievocazione idolatrica del nazi-fascismo con un’ampia diffusione di materiale a carattere
apologetico; il linguaggio che gli utenti impiegavano nei post denotava un forte odio per le diversità
etniche, politiche e religiose, nonché l’esaltazione dell’atto violento, da perpetrare con raid punitivi.
Il canale “Brudershaft Thule” era a sua volta collegato a un gruppo di discussione in lingua italiana,
denominato “Meine Ehre heiβt Treue” (frase attribuita ad Adolf Hitler, divenuta motto
nazional-socialista, che letteralmente significa “Il mio onore si chiama lealtà”).
All’esito dell’attività di indagine, lo scorso 17 marzo, sono state eseguite 8 perquisizioni delegate
nelle città di Torino, Brescia, Brindisi, Rieti, Alessandria, Lodi e, previo Ordine di Indagine Europeo,
anche nella città di Aalen in Germania nei confronti dell’amministratore del canale.
Nel corso delle perquisizioni, oltre a diversi supporti elettronici, è stata sequestrata numerosa
documentazione d’area, inerente l’esaltazione del fascismo, del nazismo e della superiorità della
razza bianca, nonché diversa documentazione manoscritta attinente il complottismo antigiudaico;
sono stati altresì sequestrate armi (baionette, pugnali, munizioni, fucile ad aria compressa) e ritirate
cautelarmente diverse armi comuni da sparo e munizionamento.
Infine, considerando il carattere transnazionale che spesso connota le attività investigative in
argomento, risulta imprescindibile l’attivazione efficiente degli strumenti della cooperazione
sovranazionale, soprattutto per la condivisione di informazioni che, collegate a situazioni peculiari
interne, riescono ad apportare indiscusso valore aggiunto alle attività di prevenzione messe in atto
dalle diverse forze di polizia nazionali. In ambito europeo, il Servizio Polizia Postale e delle
Comunicazioni è il punto di contatto nazionale dell’Internet Referral Unit (IRU) di Europol, Unità
preposta a ricevere dai Paesi Membri le segnalazioni relative ai contenuti di propaganda terroristica
diffusi in rete e di orientarne l’attività.
Lo scambio delle informazioni tra Paesi Membri viene effettuato attraverso l’utilizzo di specifiche
piattaforme tecnologiche appositamente create in ambito IRU a supporto del monitoraggio e delle
indagini in materia di terrorismo in Internet.
Proprio nell’ambito della lotta ai crimini ispirati dall’odio, nello scorso mese di aprile, la Polizia
Postale ha partecipato alla giornata di azione congiunta a livello dell’U.E., sostenuta da Europol,
che, oltre l’Italia, ha coinvolto 10 Paesi (Austria, Bulgaria, Francia, Germania, Lituania,
Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Romania e Spagna).
Le attività investigative hanno permesso di identificare in tutta Europa 176 persone in relazione alla
diffusione online di messaggi di incitamento all’odio xenofobo-razziale, nonché istigazione alla
violenza.
Nella circostanza, le Forze dell’ordine degli Stati membri hanno anche lavorato insieme per far
aumentare la consapevolezza di individui e gruppi che Internet non rappresenta un “vuoto giuridico”,
dando così un chiaro segnale alle persone che diffondono odio violento online che le azioni
investigative congiunte saranno sempre più frequenti e consistenti.
Da ultimo, lo scorso 15 dicembre, la Polizia Postale e la D.C.P.P. hanno partecipato ad una
seconda giornata congiunta, coordinata dall’European Union Internet Referral Unit (EU IRU) di
Europol, nell’ambito del Referral Action Day (RAD) contro i contenuti violenti dell’estremismo di
destra e del terrorismo online. L’attività ha coinvolto anche le Unità specializzate di 14 Paesi, tra cui
13 Stati membri dell’Unione Europea e un Paese non appartenente all’ UE.
Le autorità partecipanti sono state coinvolte nell’individuazione e nella segnalazione di contenuti
terroristici ai fornitori di servizi online e nel valutare le loro risposte. Le attività hanno portato alla
segnalazione di 831 elementi a 34 piattaforme interessate. Il materiale in questione include
contenuti vietati prodotti da organizzazioni estremiste di destra o in favore di queste, nonché
contenuti diffusi relativi ad attacchi terroristici motivati dall’estremismo violento.
Tali materiali includono livestream, manifesti, rivendicazioni e celebrazioni di attentati. L’estremismo
violento è ancora una preoccupazione crescente dopo i fatti di Bratislava (Slovacchia) e Buffalo
(USA).
Gli autori di questi attentati facevano parte di comunità online transnazionali e si sono ispirati ad altri
estremisti di destra violenti e terroristi. Nei loro manifesti, i terroristi hanno evidenziato il ruolo
centrale della propaganda online nei processi di radicalizzazione. Questo dimostra come l’abuso di
internet continui ad essere centrale per l’avvio di percorsi di radicalizzazione e reclutamento della
destra violenta.
Dal primo Referral Action Day dedicato a questo tipo di contenuti online nel 2021, la minaccia
rappresentata dall’estremismo violento e dal terrorismo è ancora in aumento.
I RAD consolidano gli sforzi delle forze dell’ordine per contrastare la creazione e la diffusione di
propaganda estremista e terroristica online. Durante le attività coordinate, i partecipanti segnalano i
contenuti legati al materiale di propaganda ai fornitori di servizi online invitandoli a valutare e
rimuovere i contenuti che violano i loro termini di servizio. Le piattaforme sono invitate a rafforzare i
loro protocolli di moderazione per evitare questo tipo di abuso in futuro.
FINANCIAL CYBERCRIME
L’anno 2022 ha vissuto, subendoli, gli strascichi dell’emergenza sanitaria da Covid19, che ha
comportato il cambiamento radicale di alcune abitudini di vita consolidate. La sostituzione della
socializzazione diretta con quella telematica e lo svolgimento dell’attività lavorativa non in presenza,
imposti dall’avvio della pandemia fin dal 2020, si sono, in parte, stabilizzati, aprendo la strada a
nuove consuetudini: molte aziende hanno proseguito con forme di telelavoro e smartworking,
contribuendo a incrementare la frequenza di navigazione in rete da parte dei soggetti adulti anche
attraverso devices quali tablet, smartphone, pc molto spesso utilizzati anche per scopi personali a
scapito della sicurezza.
Nel solco di questi cambiamenti si è registrato un aumento dei reati informatici che ha
raggiunto livelli altissimi, mettendo in luce come il crimine post pandemia nel nostro Paese stia
cambiando radicalmente.
Il settore del financial cybercrime rappresenta un bacino molto remunerativo ed appetibile
sfruttato da molte organizzazioni criminali, anche estere, come veicolo per finanziare le proprie
attività illecite, il più delle volte attraverso l’utilizzo di sofisticate tecniche di social engineering per
manipolare le vittime e indurle a fornire informazioni riservate.
Le conseguenze di un attacco riuscito possono essere drammatiche e avere effetti devastanti
non solo su singoli utenti o investitori, ma anche con riverberi negativi per ciò che concerne piccole e
medie imprese, con ingenti perdite economiche e danni d’immagine difficilmente quantificabili.
Nel settore del contrasto al financial cybercrime, il fenomeno dei “money mules”
rappresenta senz’altro una delle modalità più frequenti e consolidate per realizzare frodi online: con la
funzione di “teste di legno” cibernetiche, personalità di dubbia moralità si prestano ad essere l’ultimo
anello della catena attraverso il quale i criminali monetizzano i proventi del reato. La diffusione di
questa modalità e il numero dei soggetti che si prestano a svolgere tale funzione criminale sono in
costante crescita e rappresentano ormai una realtà criminale quasi endemica in tutto il mondo.
Anche il 2022, inoltre, è stato caratterizzato dalla crescita dell’interesse per le Cryptovalute: i
cittadini italiani, anche con bassa scolarizzazione informatica, sono sempre più frequentemente attratti
dagli investimenti in Cryptovalute, con la speranza di realizzare i facili e veloci guadagni
pubblicizzati.
Quello delle Cryptovalute costituisce un mondo eterogeneo e virtuale, peraltro, non dissimile
da quello reale. In tale contesto sono realizzate attività investigative finalizzate a fermare i tentativi di
phishing verso i Wallet che le contengono: i truffatori informatici agganciano le vittime attraverso
richieste di natura tecnica, su chat ufficiali o semi ufficiali, con la promessa di risolvere i loro problemi
gestionali previa cessione delle chiavi private, che permettono la movimentazione delle Crypto (cd.
SEED), in realtà queste consentono ai malfattori di prendere il pieno possesso del Wallet e di
impadronirsi del contenuto.
Forte anche l’impegno per contrastare il fenomeno del riciclaggio perpetrato attraverso la
conversione delle somme frodate in Cryptovalute, sono state infatti coordinate dal Servizio Polizia
Postale diverse attività investigative che hanno visto truffe informatiche ad alto contenuto tecnico
conosciute come le BEC, le CEO fraud, Vishing, phishing tentare di realizzare i proventi criminali
inviando le somme sottratte tramite bonifico bancario ad exchange di cryptovalute non collaborativi
con la Polizia, convertendo la valuta ufficiale in Bitcoin o Ethereum. Tale procedimento consente
facilmente lo spostamento e spacchettamento delle somme, in attesa di fare cashout.
Per tale ragione è stata intensificata la collaborazione con le grandi società di Exchange di
Crypto per i report operativi e per il congelamento delle somme sottratte, così come è stata
intensificata anche l’analisi delle transazioni Crypto con la collaborazione degli specialisti di Europol.
La mancanza di confini geografici in Internet consente sempre più frequentemente la
formazione di gruppi criminali con nazionalità eterogenee ed è questo che caratterizza ormai quasi
l’intero panorama dei reati commessi attraverso le nuove tecnologie.
In Italia sono state frodate 156 grandi, medie e piccole imprese, per un ammontare
complessivo di oltre 20 milioni di euro di profitti illeciti, dei quali oltre 4 milioni sono stati
recuperati in seguito all’intervento della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
In merito ai fenomeni di phishing, smishing e vishing, tecniche utilizzate per carpire
illecitamente dati personali e bancari, per operare sui sistemi di home banking, sono state
identificate ed indagate 853 persone (+9% rispetto all’anno precedente). In Piemonte e
Valle D’Aosta si registrano 50 indagati.
Dati rilevati sul territorio nazionale:
Frodi Informatiche 2021 2022* Variazione
percentuale
Persone indagate 779 853 +9%
Somme sottratte € 33.258.422 € 38.678.134 +16% - – dati rilevati il 22/12/2022
Tra le attività di contrasto al financial cybercrime si segnala l’Operazione Emma (European Money
Mules Action), conclusa a fine novembre 2022, alla sua settima edizione, che è stata messa in
campo anche quest’anno dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalle Forze di polizia cyber di
altre 24 Nazioni e coordinata da Europol ed Interpol.
I numeri complessivi dell’Operazione nei diversi Paesi europei, frutto del lavoro di tutte le Forze di
polizia estere impegnate insieme alla Polizia italiana, sono ragguardevoli: anche grazie al supporto di
oltre 1.800 istituti bancari e altre istituzioni finanziarie, sono state individuate 4.089 transazioni
bancarie fraudolente, sono state avviate oltre 1.600 autonome indagini, riuscendo a prevenire
frodi per un danno stimato in 17,5 milioni di euro. Più di 8.755 i muli individuati, 222
organizzatori e coordinatori di muli identificati.
L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie alla fattiva collaborazione delle banche e degli istituti di
credito italiani, che, attraverso CERTFin e ABI, hanno assicurato un supporto in tempo reale agli
investigatori, grazie alla piattaforma per la condivisione delle informazioni denominata “OF2CEN”,
realizzata appositamente dall’Italia al fine di prevenire e contrastare le aggressioni criminali ai servizi
di home banking e monetica.
COMMISSARIATO DI P.S. ONLINE
L’uso crescente delle nuove tecnologie ha reso necessario lo sviluppo e il potenziamento di
nuovi strumenti di comunicazione che consentissero alla Polizia di Stato di mettersi in contatto diretto
con gli utenti del web.
In tale ottica, il portale del Commissariato di PS online ha permesso al cittadino, abituato
ormai a utilizzare la rete internet per svolgere le principali attività quotidiane, di rivolgersi agli agenti
della Polizia Postale in qualsiasi momento e ovunque si trovi. Attraverso il computer, l’utente può
segnalare comportamenti che giudica illeciti e chiedere aiuto per superare difficoltà e problematiche,
anche nei casi in cui potrebbe essere fonte di disagio rappresentarle di persona.
La facilità con cui il cittadino ha interagito con la piattaforma dedicata, ha reso possibile
raccogliere le segnalazioni di quegli utenti che, mossi da spirito altruistico e di collaborazione, si sono
rivolti alla Polizia Postale in un’ottica di sicurezza partecipata – nella sua declinazione online –
fornendo utili evidenze su fenomeni emergenti potenzialmente lesivi, così contribuendo, in termini di
efficace prevenzione, ad evitare che altri internauti potessero cadere nelle trappole della Rete.
L’esigenza di innalzare al massimo i livelli dell’azione preventiva ha imposto di introdurre una
nuova sezione, dedicata agli alert, dove vengono raccolti e pubblicati gli “avvisi agli utenti” che,
proprio perché costantemente aggiornati e facilmente raggiungibili, costituiscono un efficace
strumento di autotutela messo a disposizione del cittadino.
Tra i fenomeni riscontrati con maggior frequenza nell’anno 2022 si annoverano, a titolo
esemplificativo, i furti di account social, le estorsioni a sfondo sessuale, il phishing ai danni di
correntisti di istituti bancari, le proposte di falsi investimenti online, nonché falsi siti di vendita di quei
prodotti che, in un determinato contesto temporale, risultano essere maggiormente richiesti sul
mercato.
Le segnalazioni che richiedono l’intervento tempestivo del Commissariato di PS online sono
molteplici. Emblematico è quanto avvenuto lo scorso 18 marzo, quando è giunta la richiesta di aiuto
di una figlia preoccupata per la madre, vittima di una truffa sentimentale.
In particolare, la donna è stata contattata attraverso un noto social network da un uomo dalle
maniere gentili che ha iniziato a corteggiarla con insistenza fino a farla innamorare. Dopo aver
conquistato la fiducia della donna, il truffatore, confidandole di avere una figlia gravemente malata,
che necessitava di cure molto costose alle quali non riusciva a far fronte, le ha richiesto un
sostanzioso aiuto economico. La vittima, particolarmente colpita dalla triste vicenda, ha iniziato a
inviare a più riprese ingenti somme di denaro sino a dilapidare il suo intero patrimonio.
Tutti i tentativi esperiti dai familiari della donna per farle capire di essere caduta vittima di un
raggiro, sono risultati vani.
A quel punto, a seguito della segnalazione, il poliziotto del Commissariato di PS online,
contattando la donna, è riuscito a farle comprendere che la persona che credeva essere il suo amato
era in realtà un abile truffatore.
Grazie a questo intervento, la donna, oramai consapevole di quanto le era accaduto, ha
interrotto la relazione e trovato il coraggio di sporgere denuncia.
Sul sito, inoltre, giungono segnalazioni da parte di utenti che si trovano in situazioni di pericolo
o che minacciano gesti estremi; in tali circostanze, ai poliziotti della sala operativa del Commissariato
di PS online è richiesto un tempestivo e coordinato intervento che coinvolge gli uffici territoriali delle
Questure interessate dall’evento.
Lo scorso 19 gennaio, ad esempio, il personale del Commissariato ha gestito una segnalazione
proveniente da un ragazzo che aveva manifestato l’intenzione di togliersi la vita dopo essere stato
vittima di un’estorsione sessuale.
Il poliziotto che ha preso in carico la segnalazione ha immediatamente contattato
telefonicamente il giovane che si è mostrato inizialmente reticente, timoroso e particolarmente
spaventato, rifiutando di fornire indicazioni utili alla sua localizzazione.
Intuendo il suo grave disagio, e nonostante la ritrosia dimostrata dal ragazzo, l’operatore è
riuscito ad instaurare un rapporto di empatia e fiducia col suo giovane interlocutore convincendolo a
non commettere gesti estremi.
Il poliziotto ha intrattenuto il ragazzo al telefono per consentire agli operatori della Sala di
esperire tutti gli accertamenti necessari per identificarlo e, una volta geolocalizzato, con l’ausilio di
una pattuglia è stato possibile prestargli l’assistenza necessaria.
Gli interventi finalizzati alla prevenzione di intenti suicidari da parte di utenti dei vari social
network, segnalati attraverso il Commissariato di P.S. online sono stati 64.
L’analisi delle oltre 100.000 segnalazioni ricevute dal sito del Commissariato di PS online
nell’anno 2022, ha evidenziato che in molti casi gli internauti sconoscono e/o non adottano quelle
piccole e necessarie accortezze di cyber hygiene che consentirebbero loro di prevenire e limitare la
maggior parte degli attacchi informatici e il perpetrarsi di attività delittuose.
Per questo motivo, è stata introdotta sul sito una specifica sezione con cui vengono veicolate al
cittadino pillole di sicurezza informatica, funzionali a ridurre al minimo i rischi legati all’uso di
dispositivi informatici.
La popolarità del sito è avvalorata dal numero degli accessi che sono stati, nel periodo di
riferimento, oltre 42.200.000.
Nella costante ricerca di nuove e incisive strategie di comunicazione per fornire ad un’utenza
sempre più ampia, si è passati da una comunicazione verso il cittadino a una interazione con il
cittadino.
ATTIVITA’ DI PREVENZIONE
La Polizia Postale se da un lato svolge un’incisiva attività di repressione dei reati informatici,
dall’altro lato svolge un’importante azione preventiva a tutela dei minori, soprattutto per quanto
concerne il fenomeno del cyberbullismo e di tutte le forme di prevaricazione online, fenomeni che
destano grande allarme sociale.
Tra le iniziative educative si riporta il coinvolgente format teatrale itinerante e in streaming
cuoriconnessi che ha coinvolto oltre 270mila studenti sul territorio nazionale.
Di rilievo è anche la campagna educativa itinerante di sensibilizzazione e prevenzione sui rischi
e pericoli legati ad un uso non corretto della rete internet da parte dei minori denominata Una vita
da social.
L’iniziativa, arrivata quest’anno alla sua X edizione, ha coinvolto oltre 2 milioni e 8oomila
studenti, attraverso il truck didattico multimediale della Polizia Postale, e ha proseguito la sua attività
itinerante in Italia e all’estero (Chiedere dati a Affari Generali).
Il progetto si cala nella filosofia dei giovani interlocutori, interagendo con un linguaggio
comunicativo semplice ma esplicito, adatto a tutte le fasce di età, coinvolgendo così dai più piccoli ai
docenti ai genitori, con la finalità di combattere la violenza e la prevaricazione dei giovani bulli.
L’impegno profuso dagli specialisti della Polizia Postale nell’azione di sensibilizzazione e
informazione ha consentito, nell’anno appena trascorso, di realizzare incontri con docenti e genitori in
oltre 2.800 istituti scolastici e di coinvolgere oltre 820mila studenti. Il C.O.S.C di Torino ha
raggiunto nel complesso 2.257 Alunni, 458 Docenti e 130 Genitori