Parla anche un po’ astigiano l’operazione dei carabinieri di Pavia che ha sgominato una presunta banda di falsi carabinieri specializzata in truffe, furti e anche rapine. Quattro dei cinque soggetti raggiunti dall’ordinanze di misura cautelare emesse dal gip del tribunale pavese, infatti, risiedono e vivono nella nostra provincia. Per loro l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate, furti aggravati, ricettazione ed utilizzo di segni distintivi contraffatti. L’operazione denominata “Fake police” scatta nel gennaio 2015, ha permesso di identificare un’associazione criminale composta da albanesi e di nomadi di etnia sintu che avrebbero commesso raggiri, furti in alloggio e rapina nelle province di Pavia, Cremona, Lodi, Piacenza, Milano, Bergamo e Brescia. Un’ottantina i colpi a cui sarebbero stati collegati i cinque. Fingendosi carabinieri ed esibendo falsi distintivi e tesserini i malviventi carpivano la fiducia delle vittime, meglio se anziane e sole. Sostenendo di dover eseguire sopralluoghi dopo furti in zona, riuscivano a introdursi nelle case e, con l’aiuto di un complice, impadronendosi poi di denaro e oggetti di valore. Per la fuga usavano auto di grossa cilindrata con targhe contraffatte e lampeggianti e sirene. “I malviventi ponevano in essere anche furti in abitazione in assenza dei proprietari, dopo aver fatto accurati sopralluoghi, grazie all’ausilio di strumenti da scasso, quali mazze in ferro, grosse cesoie e flessibili di diverse dimensioni – spiegano gli inquirenti pavesi che si sono avvalsi della collaborazione dei colleghi astigiani -. Se scoperti, non avevano remore a minacciare le vittime, anche utilizzando spray urticante, immobilizzandole per poi svaligiare le abitazioni, solitamente isolate”. Nei guai sono finiti gli astigiani Alessandro Derossi, 54 anni, Gianstin Stendardo, 31 anni, Gianpaolo Nuara, 37 anni, e Vito Lafleur, 31 anni (per lui obbligo di dimora) e Albert Margjoni, 27 anni, e Bruno Caragrande, 35 anni.